Piero Ostellino merita le nostre scuse. Ultimamente, soprattutto quando annunciava urbi et orbi la morte del suo cane o collegava l'arresto di Del Turco alla storica inimicizia tra Pci e Psi, l'avevamo un po' preso in giro. Ma ora, dopo lo strepitoso editoriale sulla strage di Bologna, abbiamo finalmente capito la sua diabolica manovra. Lui non crede a una parola di quel che scrive: le spara sempre più grosse apposta per vedere fin dove può arrivare la deriva revisionista del 'Corriere della Sera'.
Sinora nessuno se n'era accorto, tant'è che gli avevano sempre pubblicato tutto. Così ha deciso di esagerare, anche rispetto ai suoi notevoli standard di delirio. Ha esordito elogiando Rossana Rossanda e gli altri esponenti della "sinistra radicale" che non credono alla colpevolezza dei neofascisti Fioravanti, Mambro e Ciafardini (condannati in Cassazione), rifuggendo dalla "visione ideologica della storia" e dall'"ortodossia ufficiale" comunista. Fin qui tutto normale, a parte il fatto che non si capisce cosa c'entrino l'ideologia e l'ortodossia con le otto sentenze sulla strage.
Poi Ostellino fa una capatina in Urss, nella "Berlino del 1953", nell'"Ungheria del 1956", nella "Praga del '68", che per lui sono intercalari fissi: li cita anche in gelateria, quando ordina un doppio cono. Poi il colpo da maestro: "Oggi, come dice Paolo Guzzanti.". Qualunque cosa dica Guzzanti su Bologna o su qualsiasi altro argomento, è chiaro che qui si cela la trappola ostelliniana. Pare di vederlo, il vecchio Piero, tutto compiaciuto davanti al computer: "Ora gli cito Guzzanti, così finalmente lo capiranno al 'Corriere' che li sto prendendo per i fondelli".
Guzzanti è il leggendario presidente della commissione Mitrokhin che pendeva dalle labbra del 'superconsulente' Mario Scaramella a proposito del ruolo-chiave di Romano Prodi nel Kgb e nel delitto Moro. Scaramella, per un'altra impresa truffaldina, ha poi patteggiato quattro anni per calunnia. Ma che dice Guzzanti? Che "alla sentenza per la strage di Bologna nessuno crede". E Ostellino lo cita come un ipse dixit.
Ora, è mai possibile che, tra le Sezioni unite della Cassazione e Guzzanti, uno sano di mente scelga Guzzanti? Anche un bambino fiuterebbe la provocazione e gli farebbe uno squillo: "Scusa, Piero, ma ti senti bene?". Invece niente: anche stavolta il 'Corriere' pubblica tutto. Così i lettori apprendono dalla penna di Ostellino che la Rossanda, contestando la sentenza di Bologna, "si sottrae all'uso strumentale delle verità giudiziarie e si interroga in piena libertà su cosa sia realmente accaduto", mentre "la sinistra ufficiale (cioè, par di capire, la Cassazione, ndr.) resta preda dell'obiettivo di delegittimare chi governa (Fioravanti e Mambro, com'è noto, sono ministri, ndr.)".
È una bella idea, comunque: sottrarre i processi per strage alle corti d'Assise e di Cassazione per affidarli a Ostellino, giudici a latere Rossanda e Guzzanti. Ne verrà fuori che la bomba a Bologna la piazzarono i Venusiani. La sentenza la pubblicherà il 'Corriere', a puntate. Ma, stavolta, dopo ampio dibattito.