Pubblicità
Cultura
gennaio, 2009

Con Inès è un'altra Parigi

È la donna immagine di Roger Vivier. E simbolo dello charme parigino. Inès de la Fressange ci apre la sua città segreta

LA MAPPA: La Parigi segreta di Inès

"Chaussette en cashmere, une drogue". Così Inès de la Fressange, ambasciatrice di stile e musa del marchio di calzature Roger Vivier, racconta i caldi ambienti della Cashmere House, uno dei suoi indirizzi parigini preferiti per acquisti e regali. Nel negozio il patron Alexandre Savin seleziona personalmente guanti, cappelli, maglioni, ma soprattutto calze in cashmere dai colori bellissimi: beige, blu, verdi, tinte naturalmente. "Prima o poi dovrò fare una guida allo shopping parigino, tutti mi chiedono consigli su dove comprare. E in effetti, io conosco sempre il posto giusto". Come Bread and Roses, negozio di delikatessen, a due passi dai giardini del Lussemburgo. Prende il nome da un celebre film di Ken Loach ed è frequentato da parigini doc che vengono qui per caffè e brioche, o toast in formato XXL, seduti ai tavolini di legno, ma soprattutto per acquistare mostarda, vino, piatti pronti, pane biologico preparato in decine di modi diversi: con la farina di castagne, alle uvette, cereali, o il 'pain zen', con grano saraceno e alghe.

In estate, quando le giornate sono lunghe, Inès si muove per la città sfruttando il programma Velib, nome che mette insieme velo (bicicletta) e lib (libertà). Le due ruote si possono prendere e lasciare in parcheggi diversi. "Sono il mezzo migliore per girare in maniera rilassata. Parigi è fatta di quartieri molto diversi, ognuno con la propria personalità. Spostandosi da un arrondissement all'altro si ha quasi la sensazione di arrivare in città diverse, cambia l'atmosfera, i negozi e il loro stile. Nel Marais mi piace andare da Zadig et Voltaire, concept store dove il rock è chic, interpretato senza eccessi: giubbotti di pelle nera, orologi con la scritta Art is truth, magliette a edizione limitata di Beigbeder, piccole macchine fotografiche Leica. In centro, amo passeggiare all'interno del Palais Royal, nel giardino. Si respira la storia ma anche le meravigliose essenze preparate da Serge Lutens, artista che eccelle in tutti i campi della bellezza, dal make up alle fragranze che realizza con essenze rare, fiori, alberi e legno. Nella mia trousse non mancano mai i suoi rossetti, scurissimi, quasi neri, mentre a casa ho sempre un flacone di Ambre Sultaine, della collezione Beige. Di fronte a Serge c'è il piccolo salone Très Confidentiel, un parrucchiere discreto dove Bernard Friboulet propone le cure di Shu Uemura Art of Hair, cerimonie che non hanno nulla da invidiare a quella del tè in Giappone. Sempre in centro mi diverto a curiosare tra le magliette no logo, in cotone biologico, di American Apparel. Lontano dalla globalizzazione della moda lo show room di Vanessa Bruno, dove trovi capi originali, nati dall'incontro di trame preziose, lana, lino, seta e tessuti naturali". La stilista è figlia di una top danese degli anni Sessanta, impegnata anche per l'ambiente con l'associazione Planète Urgence: acquistando la sua compilation si contribuisce alla riforestazione del pianeta. Moda e solidarietà sono una scelta di Inès de la Fressange, che ha da poco presentato nella boutique Roger Vivier di Milano la Cut Up: borsa personalizzata che diventa una piccola lavagna su cui scrivere a grandi lettere in pelle colorata messaggi che raccontano chi li indossa. Parte del ricavato viene devoluto, fino al 6 gennaio, alla comunità di San Patrignano.

Lo stile di vita di Inès mescola joie de vivre e dinamismo, mondanità ed eleganza. La contaminazione è un gusto che le piace e che si ricollega alle sue origini argentine. La sera spesso sceglie di prenotare un tavolo all'Unico, ristorante argentino pensato dall'architetto Marcelo Joulia e dal fotografo Enrique Zanoni, che hanno rimesso a nuovo una vecchia macelleria nell'XI arrondissement, mantenendo i décor originali. "La carne, che arriva dalla pampa, è squisita, preparata a regola d'arte da uno chef argentino. Si accompagna a vini argentini, cileni e francesi. Come dessert ordino banana con dulce de leche". Si mescolano i generi ancora una volta nella scelta del Salon du Pantheon, spazio ristrutturato da Véronique Kirchner e decorato da Catherine Deneuve e Christian Sapet. "Prima di andare al cinema mi piace fermarmi lì per assaggiare piccoli piatti, salumi spagnoli, salmone biologico, formaggi e dessert superselezionati". La silhouette longilinea di Inès non le impedisce di apprezzare la buona cucina, e tra i suoi indirizzi non manca un ristorante italiano, l'Enoteca, che vanta una cantina con più di 400 etichette. È all'interno di in un palazzo del XVII secolo, nel cuore del Marais: ci si rilassa, si mangia, si chiacchiera. Il giorno dopo, per compensare, tè verde che Inès acquista da Kusmi Tea. "Consiglio il Gunpowder, tè cinese con le foglie arrotolate come palline. Sono racchiuse in scatole argentate talmente belle che quasi non si osa aprirle; una volta finito il tè diventano bellissime custodie".

Nella sua casa, così come negli showroom RV di cui segue l'immagine, non mancano altre fragranze: quelle delle candele di Diptyque che sprigionano note di lavanda o di fico. Se Inès deve scegliere oggetti d'arredo fa un giro alla Galerie Sentou, con opere dei fratelli Bouroullec, Tsé & Tsé, Alvar Altao, Charles Eames. "Se un uomo deve fare un regalo deve avere nella sua agenda l'indirizzo del negozio Adelline, scrigno luminoso dove i bijoux sfoggiano pietre di tutti i colori. Seducente anche Barboza, boutique quasi misteriosa dove acquistare gioielli antichi. Per lui, le cravatte, gli abiti e le camicie su misura più belle sono quelle di Charvet". Inès passa dallo shopping reale a quello virtuale: "Entro nei siti, scelgo, stampo gli indirizzi: come www.identytimbre.com per personalizzare i francobolli per le lettere, o www.Atylia.fr dove ho acquistato regali divertenti da musei lontani". Quando si parla di musei, nella lista ci sono il Palais de Tokyo, il Palais Royal e un inedito Museo Cognacq Jay. "È un luogo tranquillo, dove mi piace andare per quadri, sculture, mobili del XVIII secolo, oggetti che testimoniano uno stile di vita". La collezione è quella privata che Ernest Cognacq e la moglie Marie-Louise Jay, fondatori dei magazzini La Samaritaine, hanno donato alla città. Il volto intimo di una Parigi rassicurante che Inès non vorrebbe veder scomparire. Come il Café de Flore. "Ci vado spesso, è la Parigi del mito, che tutti hanno nel cuore". Nel suo ci sono due libri, 'L'arte della felicità' del Dalai Lama, e 'L'arte della semplicità' di Dominique Loreau. Da leggere su una panchina nell'appartata Place Dauphine.

L'edicola

La pace al ribasso può segnare la fine dell'Europa

Esclusa dai negoziati, per contare deve essere davvero un’Unione di Stati con una sola voce

Pubblicità