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Anche il boss si è dato all'ippica

Nonostante i controlli, una cupola nazionale domina le corse. Tra arbitri compiacenti, veterinari addomesticati, doping e l'ombra della camorra. E il ministro che promette pulizia viene minacciato

In 'Febbre da cavallo', cult movie del 1976, il brocco Soldatino inanella una serie di incredibili vittorie, facendo ricchi Mandrake e Er Pomata, alias Gigi Proietti ed Enrico Montesano. Oggi, negli ippodromi italiani, capitano cose ancora più incredibili, dietro le quali si nasconde un'unica regia. Corse truccate, cavalli dopati, corruzione dei giudici di gara, scommesse illegali, vincite spartite tra complici e persino l'inquietante sospetto che in alcune macellerie siano messe in vendita carni equine provenienti da allevamenti dove si fa uso di steroidi e anabolizzanti, con grave rischio per la salute dei consumatori. Dietro tutto questo ci sarebbe una cupola criminale composta da allevatori, fantini e allenatori, in grado di imporre, grazie alla propria influenza, l'andamento delle corse del trotto, le classifiche e i relativi montepremi, inquinando le giocate del pubblico.

Il business è milionario e non sono ammesse interferenze. Al ministro delle Politiche agricole, LucaZaia, è stata appena raddoppiata la scorta, perché aveva annunciato di voler riformare l'intero sistema. E a casa sua, a Treviso, è arrivata una lettera anonima sufficientemente chiara: "Lascia stare i cavalli". In cambio dell'anonimato, uno dei più autorevoli esponenti di questo mondo ha accettato di raccontare a 'L'espresso' quello che sa, che ha visto e che da anni nessuno ha voluto combattere. Un tecnico che paragona lo scandalo delle corse a quello di calciopoli. O persino peggio: "Purtroppo questo sistema ha falsato il mondo delle corse e gli scommettitori si allontanano sempre più". Perché le corse truccate sono una consuetudine che sembra coinvolgere tutto l'ambiente del trotto, non solo al Sud, ma anche in Toscana, Emilia e Lazio. Tutto sarebbe cominciato 15 anni fa, quando all'interno dell'Unire, l'Unione nazionale incremento della razza equina, l'ente di diritto pubblico che gestisce le gare, si crea una confusione di ruoli che ha favorito il malaffare. Anni in cui si sono sedimentati i disastri di una classe dirigente sempre autoreferenziale e in cui l'organo interno di disciplina ha lasciato marcire, per fare un esempio, 300 fascicoli di indagine sul doping, arrivando a emettere una sola sentenza: ovviamente di archiviazione. Una situazione che ha portato Zaia, ad ammettere che "ci sono in Italia allenatori cacciati dai loro paesi che vengono da noi e continuano a fare le cose irregolari per cui sono stati espulsi a casa loro", arrivando a minacciare il commissariamento dell'ente, finora incapace di vigilare e sanzionare.

Eppure, da quasi due anni, la gestione dell'Unire ha subito una brusca inversione di rotta, grazie a un nuovo pool di dirigenti, una squadra di ex funzionari dello Stato che è già stata ribattezzata 'The Untouchables', come gli investigatori di Chicago che incastrarono Al Capone. Ma il vuoto di tanti anni ha provocato l'aumento del potere di certe scuderie, a scapito degli stessi ippodromi, di fatto ricattati da fantini e allevatori. Rivela l'esperto: "Prendiamo ad esempio la Tris, il gioco più diffuso anche tra il grande pubblico, con due corse al giorno per sette giorni la settimana. Certi personaggi fanno cartello e gestiscono di fatto più cavalli che partecipano alla stessa competizione, mettendosi d'accordo su chi vince e chi si piazza. La macchina dell'organizzazione parallela funziona talmente bene che i cavalli che non fanno parte della combine vengono stoppati da altri, inseriti nella corsa proprio per frenare i possibili vincitori". Secondo l'indagine questa sorta di cupola potrebbe contare, direttamente o indirettamente, su circa 400 cavalli che vengono smistati con abile regia là dove serve vincere o dove è meglio partecipare soltanto. Scarsi, fino a poco tempo fa, i controlli. I giudici di gara (un presidente di giuria, due commissari assistenti, un segretario e uno starter) vengono nominati di volta in volta dall'Unire, come si fa con gli arbitri nel calcio. Ma gli allevatori hanno conquistato talmente potere da poter influire sulla designazione. Così che i giudici sgraditi rischiano di non lavorare più nei circuiti di peso" . In pratica gli arbitri verrebbero quindi nominati in funzione del gradimento di cui godono nell'ambiente. Il direttore generale di Unire, Riccardo Acciai, conferma che "le nomine dei giudici le facciamo noi e le firmo io, ma non posso conoscere se ci sono dei rapporti equivoci. Per ridurre i costi facciamo in modo che la giuria sia collegata al territorio di gara. Si tratta di persone che frequentano l'ambiente da anni e non posso escludere che possano essere diventate amiche di fantini o allenatori".

Capitolo a parte è quello del doping, molto diffuso nel settore. Teoricamente i veterinari che fanno i test nelle gare non possono lavorare in privato per le scuderie, ma in pratica si tratta solo di un divieto formale, su cui nessuno vigila. Può capitare quindi che lo stesso veterinario che cura gli animali di un importante allevatore sia chiamato a fare i prelievi di sangue prima o dopo una corsa in cui hanno partecipato quegli stessi cavalli. Perché, come conferma il direttore generale di Unire Acciai, nessuno sorveglia: "Abbiamo una convenzione con l'associazione nazionale medici veterinari, sottoscritta dall'ordine professionale che impone l'incompatibilità tra la professione nelle scuderie e quella negli ippodromi. I veterinari si sono impegnati a non svolgere entrambe le attività, ma non possiamo controllare se questo avviene davvero".

Acciai e buona parte del consiglio di amministrazione di Unire quasi sicuramente non mangeranno il panettone. Zaia vuole riformare tutto l'organismo e in questi giorni nuovi nomi, tra i quali "un economista di fama", potrebbero rimpiazzare i vecchi. Rivoluzione o logica di spoil system? Di certo dal ministero hanno già deciso di intervenire radicalmente. Come? Per esempio con la drastica riduzione delle corse, che da oltre ventimila all'anno dovranno scendere a 15mila. Incidendo così, indirettamente, sugli incassi degli allibratori clandestini. A tentare di fare luce su questioni note a molti, ma mai sanzionate, ci sta provando anche un'inchiesta coordinata dalla procura di Lucca e condotta dallo Sco, il Servizio centrale operativo della Polizia che, nel dicembre scorso ha portato le squadre mobili di sette città italiane a effettuare 25 perquisizioni in allevamenti, studi veterinari e abitazioni di fantini e allenatori. Un vero e proprio blitz nell'olimpo dell'ippica, che ha visto coinvolti, come indagati, alcuni dei nomi più noti al mondo nel settore delle corse. Tra questi il 'cannibale delle piste', Enrico Bellei, fiorentino di 46 anni, già frustino d'oro, uno dei più noti driver del mondo, con un palmares di vittorie internazionali. Oltre che al suo allevamento di Migliarino Pisano, la polizia ha bussato alle stalle degli allenatori più importanti d'Europa, come i tedeschi Holger Ehlert e Claus Hollmann, da tempo trapiantati in Italia.

Nel mirino sono finite decine di gare di trotto inserite nel circuito delle scommesse ufficiali e le relative maxi vincite avvenute in diversi ippodromi, soprattutto del Centro-Nord. La corposa documentazione raccolta è stata inviata al procuratore capo di Lucca, Aldo Cicala, ora assorbito a tempo pieno dall'inchiesta sul disastro di Viareggio. Invece non è stato ancora consegnato il responso dell'Unirelab (il laboratorio analisi dell'Unire) che ha effettuato 200 prelievi di sangue sui cavalli e sequestri di farmaci sospetti detenuti da alcuni veterinari: i tecnici stanno incrociando i dati dei certificati medici degli animali venduti e, questo è il sospetto, destinati alla macellazione. Se fosse vero, sostanze altamente tossiche, in grado di provocare danni permanenti all'organismo umano, verrebbero servite in tavola con le bistecchine di cavallo, tanto usate dalle mamme per rendere più forti i bambini.

Dietro a questa cupola, l'ombra della camorra, da sempre presente nel mondo delle corse, capace di estendere i propri interessi fin negli aristocratici ippodromi toscani. E, questo è il sospetto degli investigatori, persino nel tempio dell'ippica per definizione, l'ippodromo milanese di San Siro, gestito dalla Snai. Lì i giudici si incontrano a cena la sera prima con gli allevatori: gli ultimi contatti tra loro avvengono nel cancelletto dove si passano in rassegna i cavalli, pochi minuti prima della partenza. A cento passi dalle persone che affollano il tendone dove si ricevono le scommesse ancora alla vecchia maniera e dove gli allibratori raccolgono giocate da 500 euro a volta. Il tutto alle spalle dei due carabinieri di servizio. Lì dove tutti si ritengono esperti e sperano nel 'colpaccio', ma raccattano solo le briciole di una torta che altri si spartiscono. Sudditanza psicologica o corruzione? Difficile dirlo, ma - come racconta il nostro interlocutore - "le società di gara, cioè gli ippodromi, sono costretti a chiudere più di un occhio, perché se la cupola decide di far mancare i propri cavalli dalle competizioni, si ammazza il torneo".

Svelato anche il trucco di come la camorra riesca a partecipare alle competizioni nazionali. "Il gioco è semplice e difficile da scoprire. Chi non può apparire in prima persona, affida i propri cavalli agli allevatori che li smistano alle scuderie dell'organizzazione, che possiedono, solo virtualmente, decine di animali napoletani". Non a caso il sequestro, usato come punizione di uno sgarro, è molto diffuso nell'ambiente. L'ultimo caso, a marzo, è quello del rapimento di Iglesias, vincitore di cinque gran premi e detentore del record di velocità sul miglio, allenato, coincidenza, proprio dal tedesco Ehlert e sparito dalla sua stalla a Cuma, nel litorale napoletano. Per tentare di rendere più trasparenti gli ippodromi, il ministro Zaia ha chiesto anche di modernizzarli: "Devono aprirsi alla città. Sono a favore delle slot machine e delle gelaterie all'interno degli impianti". Basterà un cono alla crema a riportare la trasparenza nelle 21 mila corse su cui si scommette ogni anno?

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