Certo, per ora ce ne vuole parecchia per immaginare un mondo così. Ma meno di trent'anni fa pensavamo più o meno le stesse cose dei personal computer. E sappiate che esiste già RepRap (reprap.org), una stampante 3D opensource che potete costruire da soli seguendo le istruzioni e comprando i pezzi on line (risparmiando così alcune migliaia di euro) e che poi è virtualmente in grado di replicare se stessa "ristampandosi". E se averne addirittura una in casa vi sembra ancora un'ipotesi remota, ciò non vuol dire che non si possa usarla lo stesso, insieme ad alcune altre innovative tecnologie per la "digital fabrication". On line infatti ci sono decine di siti in cui ci si può già divertire a creare attraverso queste stampanti tessuti o carte da parati, tagliando al laser i vostri cartamodelli e naturalmente progettando in 3D qualsiasi oggetto (ancora di dimensioni abbastanza ridotte). Che siano complicati progetti di architettura, robot, lampade, ciondoli o anelli, poco importa. È già possibile "stampare" su tre dimensioni plastica, metallo, silicone, vetro, ceramica e l'elenco si allunga velocemente: le potenzialità sono enormi.
In pratica, con uno scanner 3D, una stampante 3D, un laser cutter e un paio di computer, ormai si può fabbricare quasi qualunque cosa. Come cercano di dimostrare i Fab Lab (Fabrication Laboratory) lanciati dal Mit di Boston: luoghi magici e speciali a metà tra un'officina e l'antro di uno scienziato pazzo. In Italia il primo è stato aperto poche settimane fa a Torino per la mostra Stazione Futuro (fino al 20 novembre) e sarà a disposizione del pubblico per gettare uno sguardo al nostro vicino avvenire.
I primi a combinare tra loro le straordinarie potenzialità di queste nuove tecnologie, alcuni anni fa, sono stati i designer. Iniziando a scriversi da soli i software con cui poi "stampare" in 3D intere classi di oggetti completamente nuove, finora semplicemente inimmaginabili perché mancava il sistema di progettarle e produrle.

Per ora, ad andare per la maggiore sul Web è proprio la gioielleria 3D (o gioielleria computazionale), stampata on demand in silicone, plastica di nylon, acciaio, argento e oro. La parola d'ordine è: personalizzare. E se i gioielli di Nervous System puntano sulle forme della natura da rielaborare secondo i propri gusti, Fluid Forms (www.fluid-forms. com) propone di creare spille e orecchini a partire dal reticolo stradale del proprio quartiere, anelli realizzati con il disegno delle proprie impronte digitali, foto trasformate in pendenti a rilievo. Tra i prodotti più richiesti c'è anche Earth Bowl, una ciotola di legno che si "stampa" in 3D riproducendo fedelmente i rilievi di una porzione di territorio terrestre precedentemente selezionata su Google maps. Poi ci sono le lampade, sempre create a partire da complessi software, come quelle esclusive di Mgx (www.mgxbymaterialise.com) o quelle ancora più stupefacenti e preziose di Freedom of Creation (www.freedomofcreation.com). E poi le custodie per cellulari e iPad, naturalmente personalizzate, e ancora portauovo, portatovaglioli, dadi e oggetti di tutti i tipi, da comprare già progettati da altri o da stampare sulla base dei vostri disegni, che volendo potete anche mettere in vendita sul sito rendendoli disponibili per altri utenti (su http://www.shapeways.com).
"Siamo di fronte all'evoluzione della produzione di massa, che è la personalizzazione di massa", assicura Giorgio Olivero, 35 anni, direttore creativo di ToDo, studio di design torinese nato a fine 2007 e premiato nel 2010 con un European design award per Spamghetto, una carta da parati fatta con un software generativo a partire dallo spam: "Entro una decina d'anni saremo testimoni di una esplosione del gusto, perché queste macchine aprono il campo a un nuovo tipo di sensibilità progettuale. Spamghetto, per esempio, è nato così. Da un po' ero affascinato dai testi delle mail di spam. Le ho sempre trovate un condensato estremo, iperreale, della vita. C'è di tutto: la salute, gli amici, il lavoro, la malattia, il sesso. Così ho pensato di tirarle fuori dalle nostre caselle di posta e di metterle in evidenza. Quindi abbiamo scritto un algoritmo e ci abbiamo fatto una carta da parati. Oggi con poco sforzo possiamo ogni volta produrre uno Spamghetto differente. Attualmente commercializziamo solo tre delle infinite versioni possibili, ma possiamo realizzare anche dei modelli personalizzati. Per esempio con 50 o 100 frasi che il cliente ritiene divertenti o importanti. O focalizzati su particolari temi. Pochi giorni fa me ne hanno chiesto una versione in cinese. Siamo agli albori dell'era della digital fabrication, e nel giro di pochi anni la produzione ne sarà completamente stravolta, anche se ancora non ce ne siamo accorti. L'hardware è già pronto, ora mancano solo i sistemi. Ma quando saranno pienamente sviluppati, avremo una produzione realizzata solo da pc e software, con un intervento umano ristretto all'inizio e alla fine del processo. A quel punto, chi riuscirà a essere pronto per primo farà enormi economie di scala. Anche se purtroppo per quanto ne so in Italia non c'è quasi nessuno che stia facendo sperimentazione in questo settore".
Insomma, benvenuti nell'era della mass customization: la personalizzazione di ogni prodotto in copia unica, solo per l'acquirente.