C'è Renato, che deve pagare vecchi debiti e non vuole che siano i figli a farvi fronte; c'è Mirella che, invece, di figli non ne ha, ma abita da sempre in zona Navigli, una delle più richieste di Milano e allora decide di godersi qualche soldo in più finché sta bene. Poi c'è il signor Luigi che deve pagare la badante e che si sente troppo debole e stanco nella sua grande casa affacciata su viale Piave, a pochi passi da porta Venezia.
Quando si è vecchi tutto cambia, e anche la casa, ultimo tabù del risparmio all'italiana, cade.
Gli anziani italiani si vendono casa. Lo dicono i numeri, che raccontano che nei primi dieci mesi del 2013 le vendite in nuda proprietà sono cresciute di più del 10%, lo testimoniano le affissioni di annunci, specie nelle grandi città del centro nord.
Un dato che non è nuovo agli osservatori ma che si conferma uguale per il quarto anno consecutivo e che restituisce l'immagine di un Paese in cui i più anziani fanno i conti con i centesimi e hanno più bisogno di soldi che dell'intestazione di una casa.
“Per chi ha una certa età, la spesa principale è costituita dalla necessità di una badante", dice il presidente dell'associazione Abitare Anziani, Luigi De Vittorio. "Una spesa ingente, attorno ai mille euro al mese che per quasi metà di chi la affronta è completamentamente insostenibile”.
Lo stipendio medio delle badanti è di circa 900 euro più vitto, alloggio, contributi e spese varie, che portano la cifra sfiorare i 1500 euro al mese. Una spesa proibitiva per il 45% dei pensionati italiani che non arriva ai mille euro di pensione o, peggio ancora, per il 14% di loro che non supera i 500 euro.
“Se non si hanno figli, o se quelli che si hanno non sono in grado di occuparsi notte e giorno di un anziano, quella per la badante è una spesa quasi inevitabile - continua De Vittorio- Ma a impoverire gli anziani non ci si mette solo la spesa monstre necessaria ad avere assistenza: c'è anche un complessivo diminuito potere d'acquisto della pensione che mette in difficoltà anche chi non ha bisogno di assistenza: basti pensare che dal 1996 a oggi il potere di acquisto delle pensioni si è ridotto del 33% e che sempre più spesso sono gli anziani a dover aiutare figli e nipoti nelle spese di tutti i giorni”.
Così, sia che si abbiano figli sia che non se ne abbiano, si vende casa, magari anche con il placet degli eredi che hanno più bisogno di liquidi oggi che di una casa domani.
Secondo Confabitare, che raccoglie agenzie di compravendita immobiliari, nei primi dieci mesi del 2013 la vendita di immobili in nuda proprietà è salita del 12,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente, forte di più di 80 mila annunci immobiliari in tutta Italia.
“Le maggiori compravendite le abbiamo censite in Emilia-Romagna, dove abbiamo rilevato un aumento del 35%. Dati in forte crescita arrivano anche dal Lazio con il +12% e da Piemonte e Lombardia con il +10 per cento", dice il Presidente dell'associaizone Alberto Zanni. "Un dato che si fatica a trascurare considerando che ad oggi le vendite in nuda, proprietà rappresentano il 7,3 % del totale delle transazioni immobiliari”.
La vendita di una casa in nuda proprietà può dare liquidità immediata a chi vende ed essere un affare considerevole per chi compra e che, a seconda dell'età dell'inquilino, può ottenere considerevoli sconti rispetto al prezzo iniziale, alimentando un sistema che, inutile negarlo, lascia ampio spazio al pericolo di raggiri. “Per gli anziani il rischio di essere turlupinati c'è - confermano da Abitare Anziani - anche perché una compravendita immobiliare richiede calcoli di matematica finanziaria che lascerebbero spiazzata anche una persona giovane e preparata”.
Il sistema prevede che al valore di un immobile si sottragga quello della nuda proprietà: “Più si è anziani più si guadagna, più l'inquilino è giovane, meno costa la casa", spiegano dall'ufficio studi di Tecnocasa. "Esiste un sistema di coefficienti legato all'età di chi vende, su una scala che va da 38, se l'intestatario ha meno di 20 anni, a 4, se ne ha più di novanta. Se per esempio si intende vendere una casa del valore di 200.000 euro, occorrerà moltiplicare la rendita annua dell'immobile, che in questo caso sarebbe di circa 5000 euro, per il coefficente legato all'età del proprietario e poi sottrarre il risultato dal valore della casa. Se, come nell'esempio citato, chi vende casa avesse 51 anni, potrebbe ottenere un prezzo di 60 mila euro, e chi compra potrebbe aggiudicarsi un appartamento a un terzo del suo valore”.
Un sistema che inevitabilmente fa gola a molti, con il pericolo di speculatori senza scrupoli nei confronti di anziani che, anche a causa di una lucidità fiaccata dagli anni, rischiano di essere turlupinati sull'ultima e spesso disperata possibilità di guadagno che la vita offre loro.
Anche per questo, sono nate proposte come quella della Regione Liguria, capofila di un progetto europaeo che prevede l'istituzione di un'agenzia pubblica che aiuti gli anziani a vendere l'appartamento in nuda proprietà o frazionare l'immobile per pagare le spese per la loro assistenza usando anche volontari over 65. “Il nostro lavoro - spiega l'assessore ligure ai servizi sociali Lorena Rambaudi - vuole dare vita a un soggetto terzo, che raccolga enti pubblici, volontariato e Fondazioni bancarie e possa acquisire e gestire il patrimonio degli anziani, anche con l'aiuto di volontari". Perché la casa, in Italia, è ancora un bene rifugio: l'ultimo.