«Mondiali di calcio liberi dall’azzardo» è la proposta lanciata dal deputato Pd Lorenzo Basso dopo la pioggia di spot durante Italia-Inghilterra. La legge lo prevede ma sarà approvata solo a fine anno

Sabato sera, tutti a guardare l’esordio della nazionale nei mondiali brasiliani di calcio. Nonostante l’ora tarda (è iniziata a mezzanotte) oltre quindici milioni di italiani non hanno mancato l’appuntamento con Balotelli e compagni. Agli sgoccioli della partita, quando la vittoria dell’Italia era già in cassaforte, ecco una pioggia di spot pubblicitari di scommesse e siti online.

Un giro d’affari da decine milioni di euro per un evento in mondovisione che attira un italiano su quattro. Neanche la serata iniziale di Sanremo riesce nell’impresa di superare 11 milioni di spettatori. Quegli spot fanno balzare sulla sedia il deputato Pd Lorenzo Basso, che pochi minuti dopo il fischio finale viene ingolfato di segnalazioni via facebook. «Mentre in Parlamento ci diamo da fare per arrivare dopo anni ad una legge unitaria assisto con sdegno all’immagine della nazionale di calcio associata a tutti questi spot per scommettere, scommettere, scommettere» dice a “l’Espresso”.

Le segnalazioni sono piovute su di lui perché è stato tra i primi che si è dato da fare sul tema, denunciando l’invasione di slot machine e una “piaga sociale” in costante ascesa nonostante la crisi. Basso, da parlamentare, coordina l’Intergruppo sui temi del gioco, curando le proposte di legge per la limitazione dell’azzardo e della pubblicità. Il deputato di Genova non ci pensa due volte e lancia via change.org una petizione: “Stop agli Spot. Mondiali in Rai liberi dall'azzardo”. Lo scopo: chiedere alla Tv di Stato di non trasmettere pubblicità che promuove il gioco d’azzardo durante le partite dei mondiali a cui assistono anche i minori.

La legge Balduzzi del governo Monti già prevede il divieto negli orari in cui minori possono guardare, anche se la visione notturna è fuori dalle fasce protette. Da viale Mazzini nessuna risposta ufficiale anche se la Commissione di vigilanza Rai ha appena approvato un documento che, «nell'ambito del contrasto alla ludopatia, vieta la pubblicità diretta o indiretta al gioco d'azzardo». Per ora è rimasto lettera morta.

«Il gioco d’azzardo aumenta inesorabilmente il numero di persone e famiglie che si rovinano, soprattutto perché è la cultura dell’azzardo a dilagare. E ha un costo sociale enorme, pagato da tutti i contribuenti e non compensato dalle entrate erariali del gioco», spiega Basso.

Per regolamentare il settore, che muove un giro d’affari di oltre 80 miliardi per scommesse varie, da anni è in corso un braccio di ferro tra le lobby del gioco e la politica che tenta di mettere ordine con una legge nazionale su misura. In discussione alla Commissione Affari Sociali della Camera c’è già una proposta che prevede il divieto assoluto di pubblicità per il gioco d’azzardo, l’obbligo di tracciare i pagamenti di gioco mediante carte elettroniche nominative (per evitare il riciclaggio del denaro sporco e come deterrente contro l’usura) e strumenti di prevenzione e cura per una patologia che interessa un numero sempre crescente di italiani: al pari della dipendenza da cocaina ed alcool. A luglio approderà alla Camera per la discussione prima di passare al Senato ed entro l’anno dovrebbe diventare legge definitiva.

Per adesso dobbiamo accontentarci dell’appello sottoscritto da oltre 5mila persone che si rivolge direttamente al premier Matto Renzi e ai Presidenti di Camera e Senato Laura Boldrini e Piero Grasso, perché chiedano di bandire gli spot sulle scommesse per i prossimi match degli azzurri: «Intervenire per far sì che Italia-Inghilterra sia ricordata come l’ultima partita preceduta da pubblicità che nulla hanno a che fare con la funzione sociale della Rai, anche considerando che le prossime partite avverranno in orari alla portata di un pubblico ancora più ampio, fra cui moltissimi minorenni».

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