Bushra Haik, 30, di origine siriane e nata a Bologna, è considerata il personaggio più pericoloso tra i dieci imputati dell’inchiesta che ha svelato la conversione al Califfato di un’intera famiglia italiana tra cui Maria Giulia Sergio. ?Ma nonostante la richiesta di cattura, questa maestra del terrore continua a indottrinare nuovi guerrieri della fede

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Recluta Jihadisti, a decine, per il Califfato. Esalta ?i terroristi delle stragi di Parigi. Giustifica gli omicidi dei cristiani o ebrei «miscredenti», dei «nemici» sciiti e di tutti gli altri musulmani che rifiutano ?di obbedire ai tagliagole. ?Da più di tre mesi è ricercata per terrorismo dai magistrati di Milano, che l’accusano di aver indottrinato anche Maria Giulia Sergio, la prima italiana arruolata nel cosiddetto Stato islamico.

Eppure dall’Arabia Saudita, dove vive dal 2012, ?i giudici italiani non hanno ancora ricevuto nessuna risposta al mandato di cattura internazionale spiccato il 29 giugno scorso, che dovrebbe valere in tutto il mondo.

La “maestra di jihad” che continua a sfuggire all’arresto, anche se intercettata per mesi dalla polizia italiana che ?l’ha localizzata a Riad, ?la controllatissima capitale ?del regno saudita, si chiama Bushra Haik, è nata a Bologna 30 anni fa ed è considerata il personaggio più pericoloso tra i dieci imputati dell’inchiesta che ha svelato la conversione al Califfato di un’intera famiglia italiana. Secondo i giudici di Milano, è lei che nel 2014 ha fatto il “lavaggio del cervello” a Maria Giulia Sergio, 28 anni, latitante in Siria dove dal luglio scorso si sono perse le sue tracce, e alla sorella Marianna, 31, arrestata per terrorismo prima che potesse partire per il cosiddetto Stato islamico con il padre Sergio e la madre Assunta (morta in ospedale il giorno dopo la scarcerazione).

In Italia Bushra è sotto accusa come micidiale reclutatrice del Califfato. Fino al giugno scorso gestiva su Internet, da Riad, almeno cinque forum jihadisti con 323 iscritti di molteplici nazionalità. Come sintetizzano i magistrati nell’ordinanza d’arresto, «le lezioni di Bushra rappresentano una efficace ?e continua esaltazione delle azioni terroristiche dello Stato islamico, perpetrate ai danni ?di occidentali, minoranze sciite e ostaggi anche musulmani».

?Il 7 gennaio 2015, giorno dell’attentato a Charlie Hebdo, Bushra giustifica l’attacco dei terroristi a Parigi: respingendo le critiche degli imam «alleati dei miscredenti», spiega su Internet che «gli occidentali non sono innocenti, perché ?i loro Paesi hanno mandato ?gli eserciti a uccidere». ?L’otto febbraio difende la video-esecuzione del pilota giordano arso vivo in una gabbia, sostenendo che ?«il fuoco è la pena del contrappasso» e «i musulmani che si alleano ai miscredenti diventano miscredenti e vanno uccisi». In marzo elogia le stragi di quattro kamikaze nelle moschee in Kuwait ?(137 vittime) dicendo che ?«gli sciiti sono nostri nemici: sono miscredenti che fingono di essere musulmani». L’inchiesta italiana sottolinea ?il suo «ruolo fondamentale nell’arruolamento delle sorelle Sergio», ma anche la sua «influenza determinante» in molti altri casi di reclutamento.

Cresciuta in una famiglia di origini siriane, ma con passaporto canadese, Bushra è vissuta a Bologna fino al 2012, quando si è trasferita in Arabia Saudita, probabilmente al seguito di un predicatore ultra-integralista. La sua specialità, su Internet, è fornire basi teologiche alla tesi per cui «jihad significa sforzo armato», quindi «combattere per il Califfato è un dovere». ?Un ruolo di guida ideologica che in caso di arresto potrebbe portare le indagini a un livello più alto, smascherando i nuovi strateghi occulti del jihadismo.

Ma nonostante la richiesta italiana di cattura, questa maestra del terrore, secondo quanto risulta ai giudici milanesi, è ancora in Arabia Saudita, libera di indottrinare nuovi guerrieri della fede.