Bisogna ascoltare i democristiani, quando si tratta di strategie parlamentari. «L'idea di una sfiducia alla ministra Boschi per questioni di cui non ha responsabilità, né diretta, né indiretta, è, francamente, bislacca», dice ad esempio il deputato Pino Pisicchio, che consuma i marmi del Transatlantico dal lontano 1987, quando fu eletto per la prima volta con la Dc.
«Vorrei ricordare», aggiunge, «che l'effetto delle mozioni di sfiducia è stato sempre quello di rafforzare i governi e i ministri colpiti, per il coagularsi della solidarietà all'interno della maggioranza». Il tono con cui parla Pisicchio, va immaginato, è quello di un onorevole che ha mandato alle stampe, quest’anno, il suo sessantesimo libro. Titolo: “I dilettanti. Splendori e miserie della nuova classe politica”.
Dà lezioni, Pisicchio, anche se pure senza la mozione di sfiducia annunciata dal Movimento 5 Stelle e subito condivisa da Fratelli d’Italia, Lega e Forza Italia, bisogna però notare, il fronte del Pd si è subito stretto attorno a Maria Elena Boschi, che non ha passato certo un buon week end, e che si è vista rovinata l’attesa Leopolda.
Tutta colpa delle polemiche sul supposto conflitto di interessi tra il suo ruolo nel governo e quello suo e dei suoi familiari (il padre, ma anche il fratello) nella Popolare dell’Etruria. Tutta colpa di Roberto Saviano, che è stato subito liquidato dai renziani come autore di un attacco «strumentale».
[[ge:rep-locali:espresso:285715878]]
I renziani hanno difeso Maria Elena Boschi, e con loro anche la minoranza del partito, che ritrova così per un momento l’unità perduta. Pier Luigi Bersani in persona ha detto che il ragionamento di Saviano è «giusto e condivisibile», sì, in generale, «ma le sue conclusioni sono esagerate». Esagerate le sue, che chiede le dimissioni, esagerate quelle delle opposizioni che presentano diverse mozioni di sfiducia.
«Mi sembra che non si possano far ricadere sulle figlie le responsabilità dei padri», ha detto invece il presidente della Toscana Enrico Rossi. Il responsabile economico del Pd Filippo Taddei ha poi aggiunto: «Non solo non c'è imbarazzo, ma c'è anzi pieno sostegno da parte mia e per quello che rappresento nel Pd verso il ministro Boschi». Il Pd tutto unito sostiene così Boschi, come Ncd e gli altri pezzi della maggioranza. In più, ci sarebbe anche qualche voto di quelli della maggioranza allargata versione riforme.
[[ge:rep-locali:espresso:285715877]]
Raffaele Fitto, per esempio, con il suo gruppetto di Conservatori e riformisti, si è detto pronto alla difesa: «O si è garantisti sempre, o si fa ridere. Esattamente come fa ridere buona parte del Pd, spiace sottolinearlo, che oggi difende la Boschi, ma avrebbe crocifisso un eventuale ministro di un altro governo, a parti invertite». Difenderà Boschi, ma nota polemico Fitto, che «lo stesso Renzi, dal caso Cancellieri in giù, per molto meno, in passato ha chiesto dimissioni a raffica». Ha ragione? Non importa. Le mozioni, questo conta, non avranno i suoi voti.
Ha ragione Pisicchio, dunque. E così Maria Elena Boschi può stare abbastanza serena. Tranquilla ma non troppo, comunque sotto pressione. «Delle mozioni parlerò a tempo debito», ha detto all’Adnkronos. «In aula», ha aggiunto, «discuteremo, la voteremo e poi vedremo chi ha la maggioranza». Rispondendo così almeno a chi chiede un’informativa. Se alla Leopolda non se ne è parlato, in Parlamento si discuterà. E si voterà, anche se l’esito è scontato
Ci sarebbe però una risposta più a monte, nota il capogruppo di Sinistra Italiana Arturo Scotto, che chissà se arriverà in aula. Una risposta che sta più a monte anche rispetto alle risposte che comunque cercherà la commissione d’inchiesta parlamentare che indagherà sulla vigilanza bancaria («La commissione è la nostra priorità, mentre le opposizioni si dilettano con le mozioni», dice il sottosegretario Zanetti).
Da due anni, è il tema che solleva Scotto, giacciono in parlamento i disegni di legge sul conflitto di interesse. Sono in commissione affari costituzionali, e «il governo», è la teoria, «non ha impresso la spinta necessaria perché il blocco teneva in piedi il patto del Nazareno».
Politica
14 dicembre, 2015Cinque stelle, Lega e Meloni vanno avanti con le mozioni di sfiducia. Ma il super ministro di Renzi sta tranquillo: il Pd è compatto e voterebbe per lei anche Fitto. Che però dice: «A parti invertite il Pd avrebbe crocifisso un nostro ministro»
LEGGI ANCHE
L'E COMMUNITY
Entra nella nostra community Whatsapp
L'edicola
Criptocrime - Cosa c'è nel nuovo numero de L'Espresso
Il settimanale, da venerdì 18 luglio, è disponibile in edicola e in app