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"Sporchi negri", "zecche", "froci": tutte le vittime di un anno di violenza fascista

Nella notte del 29 ottobre un bengalese è stato preso a calci in faccia nel pieno centro di Roma. I responsabili? Un gruppo di ragazzi vicini al mondo dell'estrema destra capitolina. Il linciaggio va ad ingrossare l'elenco delle aggressioni nere di quest'anno, l'anno delle squadracce 2.0

Kortik Chondro, 27 anni, è stato aggredito nella notte del 29 ottobre in Piazza Cairoli, nel pieno centro di Roma. La sua colpa? Quella di essere uno «sporco negro». È questo che gli urlano i cinque giovanissimi aggressori – hanno tutti tra i 17 e i 19 anni - mentre lo riempiono di calci e pugni. Uno di loro, alla fine del pestaggio, torna indietro per sferrare un calcio in faccia all’ormai inerme Chondro. Tutti i componenti del branco sono stati fermati dalla polizia un’ora dopo il pestaggio, e adesso sono accusati di lesioni gravissime. Alessio Manzo, il ragazzo che ha colpito il bengalese al volto, è accusato anche di tentato omicidio: il gip Paola Tomaselli deciderà se convalidare il fermo dopo l’interrogatorio di garanzia. Chondro al momento è in ospedale con una prognosi di trenta giorni.
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Branco razzista o squadraccia fascista? Alessio Manzo, 19 anni, accusato di tentato omicidio, è legato alla galassia dell’estrema destra romana: Forza Nuova, Roma ai Romani, Lotta Studentesca. Con il gruppo di Giuliano Castellino ha partecipato alle manifestazione dello scorso 29 settembre al Trullo. In quell’occasione, i neofascisti volevano impedire lo sfratto degli occupanti obusivi italiani e la successiva assegnazione di una casa popolare a una famiglia italo-eritrea che ne aveva diritto. Nella perquisizione a casa di Manzo, gli agenti della Digos hanno trovato materiale riconducibile all’ideologia fascista che era già emersa a caldo dai suoi scritti su Facebook. Il suo profilo social è pieno di post che non lasciano dubbi: «Mussolini, spero nel suo ritorno per salvare». E ancora: «Se per razzista si intende chi difende la propria terra allora siamo razzisti». Il tutto condito da saluti romani, foto del duce, commenti antisemiti.
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L’altra grande passione di Manzo è la Roma. Il 19enne è un affezionato supporter dei giallorossi, come conferma ancora una volta il suo profilo Facebook. Vi è scritto infatti «Lavora presso A.S. Roma». Anche per questo le prime indagini degli inquirenti si sono rivolte verso l’ambiente della curva romanista, non immune ad infiltrazioni neofasciste, di Forza Nuova come di altri gruppi dell’estrema destra romana. Al momento però non sembra esserci nessun coinvolgimento della tifoseria organizzata.

Non è il primo caso di violenza fascista che quest’anno ha macchiato l’Italia, come denunciato più volte dall’Espresso. Il 2 febbraio, fuori dal palazzo municipale di Ostia viene aggredito un attivista di una Onlus che si occupa di migranti: «Mi hanno accerchiato, gettato in terra e preso a calci, i passanti non hanno fatto nulla per fermarli». Poco distante un sit-in di CasaPound, Fratelli d’Italia e Noi con Salvini. I partecipanti alla manifestazione negano tutto, ma la Polizia cerca tra loro i responsabili dell’accaduto.
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L’11 febbraio invece, nel viterbese, alcuni militanti di CasaPound effettuano una “spedizione punitiva” contro Paolo, ragazzo ventiquattrenne colpevole di aver condiviso su Facebook una vignetta satirica che recitava: «Chi mette il parmigiano sulla pasta col tonno non merita rispetto». «Fatti i cazzi tuoi, non prendere in giro CasaPound» gli urlano tra un pugno e una cinghiata. A inizio ottobre il Tribunale di Viterbo ha condannato a 2 anni e 8 mesi il presidente di CasaPound Cimini, il trentenne Jacopo Polidori, e Michele Santini, militante poco più che diciottenne del partito neofascista.

La violenza arriva anche a Milano. Il primo aprile venticinque militanti di CasaPound aggrediscono un componente della Rete degli studenti. Il ragazzo viene inseguito, spintonato e gettato nel Naviglio tra insulti e sputi.
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Il 20 giugno, ancora a Roma, un diciottenne viene aggredito con un tubo di metallo perché “zecca comunista”: è colpevole di indossare una maglietta del Cinema America occupato. Il giorno dopo, fuori da un circolo Arci di Pescara, due ragazzi vengono aggrediti da una coppia di uomini, che alle forze dell’ordine dichiarano di essere “fascisti e razzisti”. Dieci giorni dopo, il 30 giugno, a Tor Bella Monaca, quartiere periferico della Capitale, un 52enne bengalese viene aggredito da quattro ragazzi italiani perché destinatario di una casa popolare.

Le squadracce non si sono prese neanche qualche giorno di vacanza. Nella serata di sabato 5 agosto, nel pieno centro di Mantova, un gruppo di cinque ragazzi e ragazze, noti per la loro appartenenza a gruppi di estrema destra, hanno effettuato una spedizione punitiva nei confronti di Lorenzo. È “colpevole” di simpatizzare per la sinistra.
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Nella mattinata del 28 settembre, Forza Nuova e Roma ai Romani si sono uniti ai residenti per opporsi allo sgombero di una famiglia italiana che occupava abusivamente un alloggio popolare. I manifestanti hanno poi voluto impedire l’ingresso dei nuovi legittimi assegnatari, una famiglia italo-eritrea. Sono intervenute le forze dell’ordine, a cui i neofascisti hanno risposto con una sassaiola. Tre agenti sono rimasti feriti, e tre persone sono state fermate. Tra queste Giuliano Castellino, leader del movimento Roma ai Romani, considerato da Forza Nuova come un “prigioniero politico”.

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