CHE FUTURO HA LA CARTA? Per arginare il calo di vendite di libri e giornali, basterà il suo uso massiccio nella preparazione delle tagliatelle preconfezionate (vendutissime in America)? E la carta da parati, usata soprattutto nei cottage di campagna inglesi e nei bordelli francesi, riuscirà a trovare nuovi mercati nei cottage di campagna cinesi e nei bordelli coreani? Per ora il solo settore che resiste è quello della carta igienica, non perché si registrino particolari impennate della dissenteria nel mondo, ma in virtù di fortunate campagne pubblicitarie che incitano a srotolarla per chilometri, usandola come linea di mezzeria stradale o come allegra scia dalla Terra alla Luna, divertendo i bambini che la inseguono, i cani che la azzannano e i direttori commerciali che non credono ai loro occhi.
OBSOLETA Il problema della carta è che viene considerata obsoleta in un mondo ormai digitalizzato. Le stelle filanti e i coriandoli di Carnevale, per esempio, sono sostituiti da un app che fa apparire sullo smartphone la scritta: “Stelle filanti! Coriandoli!”, con festosi effetti luminosi intorno alle lettere multicolori. Il passaggio dei giornali dalla carta all’on line ha conosciuto il suo culmine con l’edizione digitale di “Cellulosa”, l’organo ufficiale dell’Associazione Fabbricanti di Carta, d’ora in poi disponibile solo on line perché, come spiega il presidente onorario Fabriano Fabriani, «la carta costa veramente troppo». E che dire delle tradizionali carte da gioco, gli amatissimi cartoncini unti di salame e macchiati di vino rosso usati da generazioni per giocare a tressette al bar? Non le usa più nessuno da quando è stata messa in vendita una app raffinatissima, che non solo imita alla perfezione le carte di qualunque mazzo, ma unge di salame e macchia di vino rosso lo smartphone, e volendo è anche in grado di spiegazzarlo sugli angoli.
DI MODA Ma ogni rivoluzione ha la sua controrivoluzione. Aumentano nel mondo i feticisti della carta. I più tipici sono quelli che sfogliano vecchi libri prelevandoli da vecchi scaffali in vecchie case, e inalano avidamente gli acari, con preferenza per gli acari vecchi. Poi si sta diffondendo la figura, molto caratteristica, del lettore che arrotola il suo quotidiano di carta, appena comperato in edicola, per percuotere i passanti che digitano per la strada, gridando loro «si vergogni, asino!». Ma non si pensi ai soli atteggiamenti passatisti. Ci sono anche avanguardie filo-cartacee che progettano instancabilmente nuove tappe per la rinascita del materiale così amato: è quasi pronto il primo smartphone di carta, identico a quello elettronico, basta solo scrivere sullo schermo, con un lapis, le informazioni che si desidera avere, poi affrancarlo e spedirlo per posta a google, che a sua volta ve lo rispedirà con le risposte richieste. Lo stesso per le mail e le telefonate.
I COLLEZIONISTI Oltre ai bibliofili, che accumulano lungo le pareti qualunque cosa sia stata pubblicata, compreso il libro strenna della loro banca “I cornicioni della Valtellina”, gli accumulatori seriali di carta sono una schiera. Si va dagli archivisti dei tribunali, molti dei quali trovano una orribile morte quando l’enorme faldone richiude a tradimento le due valve sulla loro testa; alle vecchie zie che riescono ad accumulare fino a due-trecento album di fotografie, con migliaia di immagini stinte di ogni parente diretto e indiretto; agli appassionati dei ritagli di giornale, i più abili dei quali riescono a impilare, in equilibrio precario, parecchi quintali di articoli. I vigili del fuoco hanno una mappa dettagliata delle loro abitazioni.
GLI AGNOSTICI Non pochi, nella guerra di religione tra carta e pixel, gli agnostici. Uno dei loro modelli ispiratori è Trump, che tra i libri di carta e quelli elettronici ha più volte dichiarato di non avere preferenze perché non legge, e tutto quello che deve sapere lo apprende da Fox News e dal suo fornitore personale di cravatte, uno stilista del Nebraska che le taglia a mano e senza usare le forbici. «È il vecchio principio della dialettica - spiega un professore di Princeton molto grato a Trump perché gli ha risparmiato la vita - , c’è una tesi, la carta, c’è un’antitesi, i pixel, e c’è una sintesi che supera entrambi: l’analfabetismo”.