Ieri e oggi, l'unione e il distacco, la rabbia e il respiro, la violenza e l’amore: “L’Amica geniale” è tutto questo, sintesi estrema degli opposti che si attraggono, in una traduzione dal libro allo schermo che è sembrata inevitabile.
Un cellulare che squilla e una donna tradita che si mette al computer per raccontare la storia di se stessa e del suo doppio. Così comincia la mirabile serie di Saverio Costanzo, una produzione Fandango-Wildside (Lorenzo Mieli e Mario Gianani per Wildside, Domenico Procacci per Fandango), in collaborazione con Rai Fiction, TimVision, Hbo Entertainment e Umedia. Partendo dalla fine, con la voce narrante di Alba Rohrwacher, per arrivare lì dove tutto è cominciato.
La Napoli degli anni Cinquanta, nel Rione color seppia, in cui si incontrano, nella povertà dei vestiti di cotone e delle calze abbassate, due bambine uguali e diverse, unite all’improvviso da un’amicizia destinata a legarle per una vita intera. Elena “Lenù” Greco e Raffaella “Lila” Cerullo sono dietro le stesse finestre all’ombra della medesima storia, minuziosamente costituita da famiglie dominanti e dominate, da cognomi che si scontrano nel tempo, e lì intrecciano sogni, amori, rotture e vendette, dando una lettura di ampio respiro al libro di Elena Ferrante da cui si muove la miniserie in otto puntate.
Una scena teatrale ricostruita dallo scenografo Giancarlo Basili, fa entrare e uscire dalle quinte del quartiere movimenti e i pensieri dei suoi abitanti, che scivolano sulla musica di Max Richter e sulle note del dialetto napoletano, uniti dal filo rosso delle due bambine che occupano fisicamente tutto lo spazio a disposizione. Dopo più di ottomila provini Costanzo, che firma anche la sceneggiatura con Laura Paolucci, Francesco Piccolo e la Ferrante, chiunque essa sia, è riuscito a trovare due volti straordinari. Lila e Lenù nei primi due episodi sono Ludovica Nasti e Elisa Del Genio, quattro occhi sul mondo in grado di scavare senza fine nei rivoli delle relazioni, della crescita e della storia di un microcosmo che diventa la storia di tutti. Quegli stessi occhi che crescono con i personaggi negli episodi successivi.
Le giovani donne, unite dagli oggetti che tornano e si accavallano, dai libri di scuola alle scarpe, dalle bambole ai fuochi d’artificio di una notte di Capodanno, dalle macchine che bruciano agli abiti da sposa, si ritrovano nelle protagoniste cresciute, Gaia Girace e Margherita Mazzucco, conservando quei tratti di indipendenza, fierezza e di lucida accondiscendenza mostrati sin dalla prima inquadratura. Alla ricerca di un’occasione per fuggire da quel mondo chiuso in un barattolo, per andare a vedere il mare.
Alla fine ciò che resta è una sintesi magica del vissuto delle due amiche nemiche, con il dolore della povera Italia sgualcita del dopoguerra, in cui l’incompiuto la faceva da padrone. Un’opera che ha convinto il grande pubblico generalista con ascolti da record. Dimostrando con la forza delle immagini che quando un prodotto ha il sapore della rivoluzione il suo ascolto lo trova con assoluta semplicità.
Iniziative L’amica geniale, la serie evento dell'anno in DVD