La fantasia del governo gialloverde per rivoluzionare la politica economica italiana non ha limiti. Ecco tutte le proposte geniali in arrivo

Il minibot è solo il primo anello di una lunga catena di idee geniali destinate a rivoluzionare la politica economica italiana, dopo lunghi anni di immobilismo e impotenza. Ecco le altre.

Il minidebito Perché il debito pubblico fa tanta impressione? Lo sanno tutti: per le sue enormi dimensioni. Perché non pensare, dunque, a rimpicciolirlo? Esistono varie tecniche di riduzione. La più ovvia è levare un paio di zeri alla cifra finale, ma ha il difetto di essere facilmente individuabile dai contabili europei, grazie anche al prezioso ausilio di cani da fiuto addestrati a individuare tracce anche minime di bianchetto o gommapane nei fogli sotto esame. Un’altra possibilità è la tecnica sostitutiva, messa a fuoco dagli economisti della Lega dopo lungo studio. Si tratta di sostituire sotto il naso della Commissione Europea, con uno scambio di buste affidato a un abile prestigiatore selezionato mediante concorso, il bilancio dello Stato italiano con quello di un altro Stato, possibilmente individuandone uno che abbia i conti migliori dei nostri, altrimenti è tutta fatica sprecata. Infine si sta studiando la tecnica di riduzione adottata dalle tribù dei tagliatori di teste, attraverso raffinate pratiche di essiccamento e manipolazione. Ma il risultato è deludente: i fogli rimpiccioliscono, le cifre rimangono identiche.

Il minidebitore Intestare l’intero debito pubblico ai nostri bambini, creando la figura del minidebitore. Quale autorità, compresa l’arcigna Commissione Europea, avrebbe il coraggio di infierire su una bambina di sei anni che gli si para davanti dicendo «ho rotto il mio salvadanaio e ti ho portato sei euro e trenta centesimi, signore. Bastano?». Interessanti anche le ricadute legali: un minorenne non è imputabile. Si sta pensando di far firmare il nuovo bilancio dello Stato a Robin e Alan, due gemellini appena nati a una coppia di militanti della Lega.

Paga Pantalone È una tecnica molto collaudata anche dai governi precedenti: si spende tutto quello che si ha voglia di spendere, tanto poi qualcuno provvederà. Ora, finalmente, il governo gialloverde ha deciso di fare una forma ufficiale a quella che era solamente una consuetudine non codificata. Lo Stato emette dei “pagherò” filigranati, con il volto di Pantalone sul fronte e (per ribadire il concetto) anche sul retro. Un “paga Pantalone” ha il vantaggio evidente di non porre limite al proprio valore. Servono tre miliardi? Dieci? Quaranta? Non c’è problema. Li si garantisce con un numero corrispondente di paga Pantalone. Per le piccole spese sono previsti anche dei tagli inferiori: uno con il volto di Gigi Mozzicato, primo baby pensionato della storia repubblicana (usciere al Comune di Pirizzi, andò in pensione a trentasei anni). E un secondo, più piccolo, raffigurante la signora Gemma Parpolin, decana dei lungodegenti pubblici italiani: ogni anno, quando ha l’influenza, si fa ricoverare per un mese nell’ospedale più vicino.

Il disguido postale Le varie lettere di monito e le varie ammende inviate dalla Commissione Europea hanno valore legale solo nel momento preciso in cui il destinatario firma la ricevuta al postino oppure, se la lettera è recapitata da un corriere privato, a un bengalese che parla in modo incomprensibile. In questo secondo caso è ancora più facile respingere al mittente il plico, dicendo «mi scusi ma non ho capito niente». Se non si firma nulla, è del tutto lecito sostenere di non avere ricevuto alcun tipo di contestazione e fare lo gnorri fino a che una seconda lettera, identica alla prima, arriva a destinazione, ma viene spostata con un gesto furtivo nella cassetta della posta del vicino di casa. A Palazzo Chigi si tratta di un bar, il Caffè di Noto, che sopra il bancone espone le lettere della Commissione europea recapitate ai diversi governi e finite tutte lì.

Pagare le tasse È la battuta di un giovane youtuber, Alex Turbo, contenuta nel suo rap “Il paradosso”. Sostiene Alex che se tutti pagassero le tasse, si potrebbero risanare i conti pubblici e uscire dalla crisi. Un’idea fantasiosa, accolta con divertimento e simpatia per la sua ingenuità: Alex ha solo quindici anni, e si sente.

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