
L'operazione avrebbe fatto parte, insieme a un contratto record sui diritti televisivi in Medio Oriente per le Coppe del mondo 2026 e 2030, di una possibile contropartita per l'autorizzazione a organizzare in inverno i mondiali di calcio del 2022. Partite che si terranno in Qatar, dove giocare d'estate sarebbe impossibile, viste le temperature oltre i 50 gradi. Le accuse della procura federale elvetica sono state sempre smentite dai diretti interessati, Valcke e Al-Khelaïfi. Ufficialmente, Al-Khelaïfi non è stato proprietario della casa che per pochi giorni, prima di cederla alla Golden Home di Abdelkader Bessedik, che la possiede tuttora. Che poi Jérôme Valcke abbia affittato la villa subito dopo, è una pura coincidenza, spiegano. «Gli 800 milioni che arrivano da quei contratti corrispondono interamente agli interessi della Fifa», ha risposto alle domande di EIC l'avvocato di Valcke: «E la decisione di giocare i mondiali in inverno è del Comitato esecutivo della Fifa su raccomandazione di un gruppo di lavoro composto da esperti e presieduto da M. Al-Khalif, presidente della confederazione asiatica del football».
L'Espresso aveva raccontato lo scorso ottobre le vicissitudini di questa dimora estiva passata dalle feste di Lele Mora alle estati private dell'ex braccio destro di Sepp Blatter, sequestrata dagli ufficiali della Guardia di Finanza di Sassari nel 2017. Ora gli SMS scoperti dalla magistratura nell'ambito dell'indagine rivelano nuovi aspetti della vicenda. Il 30 agosto 2013 Jérôme Valcke firma la promessa d'acquisto della villa. I nuovi documenti ottenuti da Mediapart mostrano che due giorni dopo lascia Zurigo a bordo di un Jet noleggiato dalla Fifa per oltre 100mila euro; atterra rapidamente a Parigi per imbarcare Nasser Al-Khelaïfi; quindi si dirige con lui a Doha per una riunione con l'emiro del Qatar, Tamim Al-Thani. I tre uomini discutono dello spostamento dei mondiali in inverno (le coppe del mondo di calcio si sono sempre tenute d'estate), secondo una memoria difensiva presentata da Valcke alla Fifa. Sempre secondo la sua ricostruzione, Al-Khelaïfi era presente in quanto «membro del comitato organizzativo» di Qatar 2022. Bisogna tenere presenti le date. Perché nel settembre 2013, poco dopo quella riunione, Valcke scrive a sua moglie a proposito del prezzo della villa: «Vedrò Nasser […] vedremo allora». Qualche giorno più tardi, conferma la buona notizia alla moglie: «Ho ricevuto un BBM [messaggio via Blackberry, ndr] di Nasser, che mi conferma che va tutto bene per Bianca».
Valcke aveva visitato la villa ad agosto e versato un acconto di 500mila euro a settembre. Ma non aveva i mezzi per assumersi in toto la spesa di 5,3 milioni di euro prevista per trascorrere dolci serate estive passeggiando fra i 438 metri quadri della dimora in Costa Smeralda. Deve rinunciare. Ma il 30 dicembre 2013 il patron del Paris Saint Germain compra la villa attraverso una società qatariota, la Golden Home Real Estate, di cui tre giorni dopo trasferisce il 100 per cento delle quote a un uomo di cui è amico da quindici anni: Abdelkader Bessedik, un giurista francese che lavora per lo studio d'avvocati Pinsent Masons a Doha. Bessedik assicura di aver comprato la villa su consiglio di suo fratello, uno dei più stretti consiglieri di Al-Khelaïfi. Gli scambi di SMS mostrano che l'imprenditore qatariota ha continuato a gestire la villa, in contatto diretto con Valcke. Solo a luglio del 2014, come ha rivelato Le Monde, l'uso da parte del manager della bella casa sarda verrà ufficializzato in un contratto d'affitto. La spesa è fissata in 96mila euro all'anno, da cui dedurre però le spese correnti e i lavori di ristrutturazione. Solo che l'ex segretario generale della Fifa chiede a Nasser Al-Khelaïfi di pagare quelle fatture.
Tra gennaio e novembre 2014 i due uomini si vedono almeno otto volte, fra Doha, Londra e Parigi. Ogni volta, gli scambi di sms mostrano che si parlava anche della casa e delle sue spese. «Sarà tutto pagato nei prossimi giorni», scrive Valcke al suo agente immobiliare a Porto Cervo a metà gennaio 2014, subito dopo aver incontrato il patron del PSG a Londra. «Tutto è firmato e i soldi saranno sul vostro conto martedì», ribadisce a marzo. Ad aprile e maggio, nuove fatture «urgenti» mandate in Qatar. Due mesi dopo: «Ho una fattura per te», scrive l'ex segretario generale Fifa. «Mi imbarco per Doha mercoledì e porterò le fatture […] i soldi saranno sul loro conto lunedì», segna avvisando l'agente immobiliare. C'è un impresa sarda che aspetta i pagamenti. E Valcke è in collera: Al-Khelaïfi ha promesso di pagare ma tarda a fare il versamento. Prima di un loro nuovo incontro, previsto per il 28 novembre, il manager francese scrive: «La fattura non è stata ancora pagata. Puoi farlo d'urgenza?». «Sì capo», risponde l'imprenditore televisivo. «Ho appena chiamato e gli ho gridato addosso, pagherà immediatamente», assicura poi l'agente immobiliare. Ma il presidente del Paris Saint Germain sembra aver perso la fattura. Così Valcke gliela porta il 28 novembre, al loro incontro all'hotel Shangri La di Parigi.
I rapporti fra i due uomini si interrompono di netto poco dopo. Nel settembre del 2015 infatti Jérôme Valcke viene sospeso dalla Fifa e allontanato per cinque anni per uso abusivo dei jet privati. Smette di occuparsi della Villa Bianca. Nel 2017 viene aperta la nuova inchiesta. Gli avvocati di Nasser Al-Khelaïfi, interrogati dai giornalisti del consorzio, hanno declinato ogni commento. «Non esiste alcun collegamento fra l'affitto della villa e le discussioni relative all'organizzazione della Coppa del Mondo in Qatar», ha voluto invece ribadire l'avvocato di Jérôme Valcke.