Papa Francesco ha riconfermato prima della scadenza naturale l’attuale presidente dell’ospedale romano, avversaria della cordata dell’ex Sostituto di Stato. Attorno alla sanità ruotavano interessi enormi e uno scontro di potere: al centro sembra esserci un uomo legato all’ex cardinale, Guido Carpani, capo di gabinetto della ministra della Pubblica amministrazione Fabiana Dadone (M5S). dopo aver ricoperto lo stesso incarico con la ministra Giulia Grillo, anche lei del Movimento Cinque Stelle, nel governo gialloverde Conte uno. Carpani fu nominato dal Vaticano nel 2018 vicepresidente dell’Istituto Toniolo che controlla l’università Cattolica e dal governo italiano suo rappresentante nel consiglio di amministrazione della stessa Università. Anche se non c’è una formale incompatibilità, rappresenta due Stati diversi.
Intanto, sul fronte delle indagini, trapela la volontà dei magistrati vaticani di indagare il cardinale Becciu per vilipendio al capo dello Stato (che in Vaticano è associato al Re): l’offesa sarebbe contenuta nelle dichiarazioni del cardinale che, dopo essere stato costretto dal Papa a dimettersi, ha sostenuto in pubblico la tesi del pontefice “manipolato”. Un’accusa gravissima e incompatibile con la porpora che Becciu ha ricevuto giurando fedeltà fino alla morte al Papa che ora in pubblico afferma di considerare debole e influenzabile.
Sul piano giudiziario, il nuovo procedimento andrebbe ad aggiungersi alle ipotesi di reato di abuso d’ufficio, peculato e interesse privato, come ha scritto il giornale che in modo zelante si è assunto il ruolo di avvocato mediatico del cardinale: una pessima difesa. Becciu afferma di non saperne nulla e ha querelato l’Espresso che in queste settimane si è limitato a riportare i fatti con rigore senza essere mai smentito.
A smontare la bugia di Becciu, semmai, è stato lo stesso Becciu che il 25 settembre così motivò la sua cacciata: «Il Papa mi ha detto di aver avuto la segnalazione dei magistrati che avrei commesso peculato. Dalle carte, dalle indagini fatte dalla Guardia di finanza italiana emerge che io abbia commesso il reato di peculato», disse in una conferenza stampa. Che ora ha dimenticato.
Si ribadisce che il Dott. Giuseppe Maria Milanese non è stato mai indagato dal Tribunale dello Stato del Vaticano per i fatti di cui in articolo e che ha partecipato al processo nella esclusiva qualità di persona informata sui fatti.