È una bambina con la treccia scura e una maglietta gialla il simbolo della "Ripartenza": che è, ricorda il titolo dell'Espresso di domenica 10 maggio, un "sostantivo femminile". Nel servizio di copertina, con le foto di Alessio Romenzi e Francesco Bellina, Francesca Mannocchi ha raccolto in tutta Italia storie di donne in difficoltà. Alle prese con un'emergenza e una fase due disegnate dai maschi per i maschi. In un Paese così miope da non vedere che per poter riprendere la sua corsa dovrà coinvolgere, anche con ruoli di responsabilità, tutte le donne.
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La fase due intanto è una corsa a ostacoli: dagli appalti per la produzione delle indispensabili mascherine (inchiesta di Vittorio Malagutti), alla scarsità di test e tamponi (di Fabrizio Gatti), al protagonismo delle regioni (di Gianfrancesco Turano). Le lettere scritte da medici e infermieri (raccolte da Francesca Sironi) raccontano bene la tragedia che sta vivendo la Lombardia, mentre il governo regionale ora deve fare i conti con i risultati di una lottizzazione che sta mostrando tutti i suoi danni (lo racconta l'inchiesta di Paolo Biondani e Andrea Tornago). Ma anche i Cinque Stelle, scrive Susanna Turco, sono dilaniati tra Di Maio sotto i riflettori e Di Battista che trama nell'ombra.
Guido Crainz analizza la crisi dell'Europa travolta dall'emergenza sanitaria, Federica Bianchi l'offensiva mediatica della Cina pronta a tutto, anche alle fake news, pur di sedurre il Vecchio Continente. E mentre Massimo Cacciari lancia l'allarme - non sarà facile recuperare libertà e diritti a cui abbiamo rinunciato durante il lockdown -, Marco Damilano dedica il suo editoriale al Pdc, il "Partito di Conte": debole, ondivago, ma senza alternative in questo periodo di emergenza sanitaria.
E L'Espresso chiude prevedendo l'"avventura della porta accanto" che ci conquisterà quando potremo tornare a viaggiare (Giuliano Battiston) e le strategie di riapertura dei musei italiani (Tommaso Giangi). Rita Rapisardi denuncia i pericoli delle droghe comprate sul dark web da tossicomani in crisi da quarantena. E Carmine Fotia racconta la resistenza dei giornali di strada: le riviste che garantivano un reddito a ex carcerati e senza tetto hanno avuto una mazzata dalla quarantena. Ma sono già pronte a tornare in stampa.
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