Enigmatico, furente, inquietante: il volto di Beppe Grillo emerge dal fondo nero sulla copertina del nuovo numero dell'Espresso. Che dedica dieci pagine a un'inchiesta di Susanna Turco sul leader ombra da cui dipende la politica italiana. Un mattatore che negli ultimi mesi ha cambiato volto: da distruttore del sistema a grande stabilizzatore del Movimento 5 Stelle, dell'alleanza con il Pd. E di un governo che, come scrive Marco Damilano nel suo editoriale, procede "salvo intese", rimane a galla ma non decide.
I due neofascisti che guidarono l'aggressione ai nostri cronisti sono stati condannati a cinque anni di carcere: e questa non è solo una vittoria dell'Espresso ma della democrazia, come spiega Lirio Abbate. Che in un libro in uscita in questi giorni, anticipato da Piero Melati, ricostruisce potere, affari e latitanza del boss imprendibile Matteo Messina Denaro. In un altro volume, invece, Giuseppe Genna torna alla Milano del lockdown, «città vetrina» messa brutalmente a nudo dall'epidemia.
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Federica Bianchi analizza strategie di potere e punti deboli della galassia Amazon: la creatura dell'uomo più ricco del mondo si scontra con ecologisti, sindacati e con l'antitrust dell'Unione Europea. Anche lo sfruttamento dei rider, anello debole della "gig economy", è arrivato alla resa dei conti: Gloria Riva fa il punto sulle inchieste della magistratura italiana per sfruttamento, evasione fiscale e norme di sicurezza ignorate.
Altri scandali costellano l'attività del presidente di Federnuoto, che distrubuisce tra i suoi amici appalti, sponsor e consulenze (ne scrive Vittorio Malagutti). E Fabrizio Gatti torna sul fiume Sarno che, finita l'effimera parentesi di pulizia nelle settimane del lockdown, è tornato tra i più inquinati d'Europa. Continua sulle pagine del giornale la rievocazione del sanguinoso 1980: Miguel Gotor segue il filo rosso che lega la Libia di Gheddafi alle trame che portrarono alla strage di Bologna. Intanto in Medioriente un'altra pagina bellicosa con l'arrivo in Afghanistan, finora roccaforte sunnita, delle milizie sciite finanziate dall'Iran.
E l'Espresso chiude con le "Cartoline d'Italia", una raccolta di ricordi di vacanze d'epoca scovati da Emanuele Coen nell'Archivio nazionale del fim di famiglia, con la raccolta delle "Bustine di Minerva" di Umberto Eco commentata da Roberto Cotroneo e con la nuova frontiera della finanza allegra che sta corrompendo il mercato dell'arte contemporanea: dove, come denuncia Francesca Sironi, per convincere le banche a concedere un prestito basta essersi aggiudicati a un prezzo folle l'opera di un artista famoso a una qualsiasi asta online.
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