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Attualità
gennaio, 2021

Ultima chiamata: L'Espresso in edicola e online da domenica 31 gennaio

Il destino del Paese nelle mani di Mattarella. Un ritratto inedito di Patrick Zaki. La sfida di Navalny a Putin. Ecco cosa trovate sul numero in arrivo. E gli articoli in anteprima per gli abbonati digitali

Il volto di Sergio Mattarella, lo sguardo deciso e l'espressione determinata emergono tra riflessi sfocati bianchi rossi e verdi. È il Presidente della Repubblica il protagonista della copertina del nuovo numero dell'Espresso. È per lui l'"Ultima chiamata" dello strillo: il passaggio decisivo per vedere se è possibile ricostruire il governo e per trovare una via di uscita dallo scontro di potere che blocca le istituzioni e rischia di far perdere all'Italia i fondi europei per la ripresa. Marco Damilano lo chiama "Il momento dell'arbitro": tocca a lui provare a fermare la corsa verso il baratro di una classe politica irresponsabile.
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Il momento dell'arbitro
29/1/2021
 
Un richiamo in copertina lancia un servizio esclusivo: un ritratto intimo di Patrick Zaki, da un anno in carcere nell'Egitto di Al-Sisi. Con l'aiuto della sorella Marise, Fabrizio Gatti ha ricostruito vita, pensieri e immagini del ricercatore dell'università di Bologna, dall'infanzia in una famiglia copta della valle del Nilo agli anni di università al Cairo, dai viaggi in giro per l'Europa alla passione per il calcio e per Jolie, la cagnetta di famiglia. Federica Bianchi inquadra il dramma di Zaki nel quadro della repressione egiziana, Giorgia Loschiavo invita a trovare una risposta comune alla morte di Regeni e alla detenzione ingiusta del ricercatore bolognese che «potrebbe essere mio fratello».

E il governo? Oltre la crisi, il peggio: tra chi aspira a prendere il posto di Conte, spiega Susanna Turco, c'è Luigi Di Maio, forte della capacità di sopravvivere a gaffe, errori e sconfitte. Oltre la crisi, il buio: si prepara una primavera calda, con neofascisti, sovranisti e camorra pronti a strumentalizzare il malcontento: lo racconta Floriana Bulfon che raccoglie le preoccupazioni del capo della polizia Franco Gabrielli. La criminalità approfitta del virus anche su un altro fronte: i tanti ragazzini che per colpa della Dad lasciano la scuola e nelle zone più disagiate finiscono sulla cattiva strada. Eppure c'è chi sul Covid ci guadagna: come le agenzie interinali, alle quali è stato affidato un lavoro di ricerca di medici e infermieri che avrebbero potuto fare le Asl (ne scrive Gianfrancesco Turano). Intanto la finanza non ferma i suoi giochi di potere: Vittorio Malagutti spiega come e perché il patron di Luxottica Leonardo Del Vecchio sta scalando Mediobanca.

In Russia il ritorno di Navalny apre una partita a scacchi con Putin che Svetlana Ivanova racconta come una strategia in cinque mosse: lo scacco matto arriva con il video sul "Castello di Putin", che Michele Serra nella sua "Satira preventiva" sbeffeggia come una villa costruita "a sua insaputa" riciclando avanzi dell'arredamento di Berlusconi. Si ride poco a Berlino, in prima linea nella lotta al leader russo dopo l'omicidio di un militante ceceno e il recente attacco informatico al Bundestag (di Roberto Brunelli).

Altan affida a una gallina un commento sulle fake news, Makkox graffia gli effimeri "mai più" di Di Maio, Lorenzo Pregliasco calcola i voti perso dai Cinquestelle, Stefano Liberti denuncia l'insensato progetto della Regione Lazio di ampliare le piste da sci, Costanza Savaia invita a combattere la tristezza giocando con una luce di speranza, Matteo Nucci medita sulla parola della settimana: caos.

E L'Espresso chiude con Francesca Mannocchi che confida a Chiara Valerio la storia della sua sfida alla sclerosi e Filippo Rossi che dà la parola a un ex talebano inorridito dalla guerra. Gabriele Pedullà svela un parallelo tra il mondo di oggi e quello delle commedie di Katherine Hepburn e Spencer Tracy, Evelina Santangelo lo cerca tra favole e fantastico mentre Giuseppe Genna torna all'immaginario dell'influenza di Spagnola per riscoprire tra passato e presente il volto eterno della pietà.

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