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Cultura
luglio, 2021

Addio Raffaella Carrà, resterai sempre la più amata dagli italiani

La conduttrice scompare a 78 anni. La sua è stata una carriera irripetibile tra tv, musica e costume

Nel 1984 Giovanni Minoli lanciò un sondaggio durante Mixer chiedendo di votare il personaggio più amato d'Italia. I risultati, sorprendenti, finirono sulla copertina del Radio Corriere: Papa Woytila, Sandro Pertini e Raffaella Carrà. Ma non in quest'ordine. Il presidente partigiano arrivò terzo. Al secondo posto, dopo il Pontefice, Raffaella Maria Roberta Pelloni da Bologna. Che se ne è andata così, a 78 anni, senza un vero perché.

 

Erano gli anni in cui Bettino Craxi tuonava con indignazione contro il suo compenso stellare, considerato «Una vergogna» (e si sa che all'epoca il dispendio di denaro non andava granché di moda) ma la signora dal caschetto firmato Vergottini, forte di un nome d'arte che citava ben due pittori, espose il suo titolo di più amata dagli italiani per raccontare il mondo accogliente delle cucine.

Con le mani saldamente serrate sui fianchi, in quella posa che le apparteneva talmente tanto da essere immortalata in una statuina formato Oscar per celebrare i suoi primi trent'anni di carriera, Raffa si aggirava tra i mobiletti laccati con un tocco di lucidalabbra rosato e avvolta nei suoi abitini con le spalline fuori scala. Per raccontare al suo pubblico adorante la necessità di un mondo bello e solido, curato nei particolari e dotato di tutto.

Difficile pensare a una corrispondenza maggiore tra spot e testimonial. Perché, per citare un suo celebre gioco telefonico su Rai Due nel lontano 1990, se Raffaella fosse un luogo sicuramente sarebbe una cucina. Quel posto familiare, dove alla fine, gira che si rigira, ci si ritrova sempre. Perché come diceva Tiziano Ferro, “E Raffaella canta a casa mia”.

 

Nata emiliana, allevata romagnola, sessanta programmi televisivi, trenta film, nove sceneggiati e 21 dischi di platino, la regina dall'ombelico a tortellino nella sua vita professionale smisurata e poliglotta in cui ha reso plausibile un record di ascolti davanti a un barattolo di fagioli ha prodotto persino un libro di ricette. In cui dispensava consigli e prezzemoli dai titoli ego riferiti: Insalata Soca Dance, zuppa di Raffaella, strozzapreti alla Carrà. E così via. La sua risata generosa come un piatto di fettuccine, la sua dichiarata passione per la buona tavola e la golosità assoluta con cui chiunque la guardava e si sentiva sazio è diventata la regina dell'immaginario individuale. Perché collettivo è troppo facile.

 

Ora di lei rimarrà un mondo intero al di là dei suoi programmi televisivi. Perché solo se nasci nei suoi abiti puoi permetterti di passare dal Principe Azzurro al divano bianco di Carramba e uscirne indenne, pulita, trionfante. Ci mancherai Raffa, senza di te sarà difficile cominciare a fare l'amore.

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