Volti di adolescenti dietro le mascherine colorate. Una folla di giovani scesa in piazza per protestare contro una politica sempre più distante. È dedicata a loro la copertina del nuovo numero dell’Espresso: sono “Gli Inascoltati”. Una generazione che è riemersa da due anni di pandemia piena di rabbia e di rivendicazioni. La polizia li reprime, le istituzioni li ignorano, eppure loro non sono sconfitti. Né indifferenti, né sdraiati.
I giovani che protestano contro il Palazzo dalle porte chiuse sono al centro dell’editoriale di Marco Damilano. Li racconta Marco Grieco in un lungo ritratto che unisce lotte studentesche, impegno ecologista, cortei per i diritti civili. Franco Corleone spiega perché la Consulta con la sua bocciature riguardo alla cannabis farà aumentare la sfiducia. Lirio Abbate mette in luce i pericoli per la sicurezza del Paese che derivano dai referendum sulla giustizia che invece sono stati accettati. Marco Cappato commenta la sentenza sull’eutanasia annunciando: «Siamo pronti a disobbedire». Mentre Elly Schlein continua a lavorare per unire la sinistra delle piazze e quella dei palazzi (la intervista Susanna Turco) e Donatella Di Cesare invita il Pd a smettere di illudersi sui Cinque Stelle.
Vittorio Malagutti e Carlo Tecce raccontano guadagni e sostenitori della potente lobby delle farmacie. Floriana Bulfon parla con Franco Gabrielli delle continue emergenze che costellano le cronache italiane.
Dopo settimane di allarmi, la spada di Damocle della guerra ucraina rimane in sospeso: e ci rimarrà, spiega Gigi Riva, perché quello Stato è il confine tra Russia e Occidente, anche se Gastone Breccia svela il gioco delle parti che contrappone Putin e Biden. E Massimo Cacciari si interroga sull’esasperante ignavia dell’Europa.
Gianluca Costantini e Laura Cappon firmano un racconto a fumetti su Chernobil, Francesca Mannocchi riflette sulla Libia dei due premier condannata al caos, Simone Pieranni racconta la Cina che processa i corrotti per consolidare il potere. Marta Bellingreri, con le foto di Alessio Mamo, mostra gli sfollati che si rifugiano nelle scuole della Siria, e tolgono ai bambini ogni possibilità di studiare. E Gloria Riva spiega, con un commento di Massimo Florio e Ugo Pagano, perché l’Africa per lottare contro il Covid ha bisogno di vaccini “open source”.
Altan ride amaro sul caro-bollette, Makkox sul referendum sull’eutanasia, Mauro Biani su quello sulla cannabis, mentre Michele Serra trova ispirazione per la sua “Satira Preventiva” nelle minacce belliche della Russia. Marco Belpoliti intanto invita a meditare sulla parola della settimana: buio.
E L’Espresso chiude con un dialogo sul valore della Storia tra Carlo Ginzburg e Adriano Prosperi (di Carlo Crosato) e un focus sull’amore di ieri e di oggi affidato a Stefano Vastano (che intervista Florian Illies) ed Emanuele Coen (che discute con Franco Arminio di sentimenti e poesia).
«Perché non aprire le aule scolastiche all’uso dei social?», chiede invece un giovane lettore a Stefania Rossini. Perché i francesi si scaldano così poco per il duello delle due candidate che si oppongono a Macron?, si interroga Bernardo Valli. Elena Stancanelli presenta il suo ritratto di Raul Gardini, maschio di ieri, mentre Adil Mauro dà voce alla rete degli uomini femministi contro la violenza sulle donne. E Antonio Fraschilla, con le foto di Lorenzo Castore, accompagna i lettori in una lunga passeggiata tra i tabù di ieri e di oggi nella Catania arcobaleno del quartiere di San Berillo.