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Cultura
gennaio, 2023

I volti degli anziani delle Rsa nello sguardo di JR

Nella tappa milanese del suo progetto “Inside Out”, l’artista francese porta le immagini scattate a persone ricoverate in 40 strutture italiane

Non sappiamo se sia vera la leggenda che racconta di un JR diciottenne - che all’epoca faceva lo street artist e si faceva chiamare Face3 - che trova nella metropolitana di Parigi (sua città natale) una macchina fotografica che qualcuno aveva perso o dimenticato. A noi piace pensare che lo sia e siccome l’arte è l’unica disciplina in grado di riscrivere la storia, quella di JR comincia così, per caso, tra quei vagoni romantici e un po’ magici che «si alzano e volano sui tetti e scivolano e scivolano» come cantava Edith Piaf in “Le Métro De Paris”.

 

A volare sui tetti del mondo da quel momento è stato certamente lui, quel Jean René che avremmo conosciuto solamente attraverso le sue iniziali e che oggi è il fotografo vivente più noto e acclamato. E la sua lezione principale ai fotografi è stata proprio quella di non identificarsi con quel termine: il mondo lo chiama artista, non fotografo, proprio perché ha avuto come pochi altri la capacità di uscire dal mezzo che spesso si fa ghetto, per trasformare le sue immagini in opere e installazioni che vanno ben oltre. Dal 31 gennaio arriva a Milano “Inside Out”, il suo progetto che in questo senso sta facendo scuola, fotografie che dominano gli spazi pubblici scattate da tante persone che JR raggruppa come un collettivo: 700 mq di immagini degli anziani di 40 Rsa d’Italia abbracceranno l’Arengario, sede del Museo del ’900 e l’edificio gemello che ne diventerà estensione. “Ora tocca a voi” è il nome scelto per questa tappa e sarà un ideale passaggio di testimone tra generazioni, una stretta di mano tra la fascia della popolazione che in questi anni ha più sofferto l’isolamento e i più giovani, che sono poi gli autori e le autrici degli scatti, gli studenti del Corso di Fotografia dell’Accademia di Brera.

L’artista però resta lui, JR, che nel lasciare il controllo e la paternità di un suo progetto ad altri, ci racconta in grandi affreschi contemporanei i riflessi della società e del mondo.

 

Su questo è stato maestro fin da giovanissimo: a vent’anni ha fotografato le rivolte scoppiate nelle banlieue e ha creato il suo primo grande progetto pubblico, incollando in giro per la città titaniche stampe dei volti catturati. Due anni più tardi crea Portrait of a Generation, ritratti di “teppisti” suburbani, e tappezza i quartieri più ricchi della capitale francese con le facce della controcultura. I suoi progetti di paste-up però sono moltissimi, da Face 2 Face, con il quale mette a confronto israeliani e palestinesi con gigantografie, o Women are Heroes, con il quale fotografa i volti di donne incontrate in Kenya, Brasile, India, Cambogia.

 

Inside Out è cominciato nel 2011, dopo la vittoria da parte di JR del Ted Prize e da allora ha prodotto mezzo milione di ritratti, coinvolto 148 nazioni e migliaia di attivisti. Gli ultimi in ordine di tempo combattono lo stigma della malattia mentale in Nigeria oppure uniscono le tante comunità di Beausoleil che si incontrano durante la festa della musica. A Milano a scrutarci saranno invece gli anziani, in riproduzioni rielaborate da JR una a una che ricordano le immagini della grande diffusione dei quotidiani, però con uno sfondo a pois che rende tutto spiritoso e surreale: «Il dialogo intergenerazionale, uno sguardo sul passato e sul futuro - dice l’Assessore Tommaso Sacchi che ha promosso l’iniziativa in collaborazione con la Fondazione Amplifon - nella visione di una Milano sempre più aperta». Per vederla c’è tempo fino al 14 febbraio.

 

Inside Out, progetto di JR, dal 31 gennaio al 14 febbraio a Milano. Arengario e altri luoghi della città

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