Storia vera, metafora perfetta, densità magistrale. Martin Scorsese torna a scavare nel solco aperto da “The Irishman” (la Storia di una Nazione riflessa nelle gesta atroci e nei torbidi sentimenti di pochi piccoli individui) aprendosi a un’inedita pìetas. Le vittime sono gli Osage, nativi americani dalle cui terre, a fine ‘800, zampillò il petrolio. Scatenando una febbre dell’oro nero che negli anni 20 generò corruzione, malversazioni e una catena di omicidi destinati a strappare agli Osage terreni e guadagni.
Anche i Getty, per dire, iniziarono lì. Ma Scorsese dribbla il thriller (tutto nasce dalla poderosa inchiesta di David Grann, Corbaccio) per darci un romanzo denso di chiaroscuri che parte dal contesto, stringe sui protagonisti, ci ubriaca di comprimari e peripezie ora abiette ora grottesche. E intanto, senza parere, affresca un’epoca, sonda il grumo dei sentimenti più oscuri. contempla il lavoro del tempo sulla vicenda, ritoccata dall’epica, corrosa dall’oblìo, deformata dal quieto vivere («Alla lunga nessuno vuole ricordare», chiosa Robert De Niro). Quindi sublimata, nel magnifico epilogo, in racconto popolare.
Al centro di questa catena di infamie che si allarga come i petali di un fiore velenoso (altro che “Età dell’innocenza”) si stagliano De Niro e Leonardo Di Caprio, zio e nipote. Il primo possidente terriero, massone, felpato ma brutale, vicino agli Osage al punto di parlare la loro lingua e a suo dire proteggerli, sia pure per rapinarli meglio. Il secondo reduce di guerra, tardo, rozzo ma vitale e capace di sedurre una Osage tutt’altro che ingenua (la commovente Lily Gladstone) ma pronta a rischiare per quel bianco, a suo modo innamorato - ecco il paradosso - e capace del peggio.
Mai forse le radici genocidarie degli Usa hanno trovato rappresentazione più compiuta e amorosamente vicina alle culture sacrificate (il titolo di un film scritto nella lingua dei nativi è senza precedenti). Ampiezza di mezzi e durata monstre, azzardano i detrattori, tolgono grinta a Scorsese. Balle. Profondità, finezza, intelligenza dello stile, non hanno prezzo.