L'economia circolare e indispensabile per otto persone su dieci. E quasi nove su dieci asso ciano ii concetto di circolarità al riciclo e al recupero dei rifiuti. E quanto emerge dalla rilevazione condotta dal Conou - Consorzio nazionale oli minerali usati - durante le giornate di Ecomondo, la grande fiera internazionale della green e circular economy che si è tenuta dal 7 al 10 novembre a Rimini.
La survey e stata finalizzata a rilevare la percezione dei visitatori sull'economia circolare, oltre che a verificarne ii livello effettivo di conoscenza. Nell'analisi delle risposte si nota come per 1'80 per cento dei partecipanti al sondaggio l'economia circolare abbia un ruolo indispensabile per affrontare la crisi economica. II 56 per cento degli intervistati pensa che siano i governi a doversi far carico delle urgenze ambienta li, mentre ii 35 per cento e convinto che ii contra sto all'emergenza climatica spetti principalmente alle industrie e alle imprese; ii restante 9 per cento del campione attribuisce ii compito a cittadini e organizzazioni no profit. II 65 per cento, inoltre, crede che investire su progetti di economia circolare sia la strada maestra per costruire un modello produttivo sostenibile, ma sorprendentemente solo ii 23 per cento vede nel pieno utilizzo dei fondi stanziati a livello europeo un'occasione da cogliere.
In verità l'economia circolare ha una grande potenzialità di ridurre le emissioni di gas serra nella produzione della materia prima. E dunque importante ii contributo che questo modello di economia può dare alla lotta ai cambiamenti climatici e alle conseguenze che questi possono avere sulla nostra vita. Quasi la metà del campione ritiene i cambiamenti climatici responsabili dell'aumento dei prezzi dei prodotti alimentari, mentre per ii 34 per cento sono causa della crescita delle malattie croniche, allergie e intolleranze. Da ultimo, non manca chi crede che tutto questo finisca per alimentare i flussi migratori: per ii 19 per cento del campione, infatti, ii cambiamento climatico può essere causa dei fenomeni migratori dall'Africa all'Europa.
Con queste premesse, anche guardando all'ultimo Rapporto Circonomia, scopriamo che l'Italia è tra i Paesi europei piu avanzati nel passaggio a un'economia circolare: al primo posto per ii tasso di riciclo sul totale dei rifiuti prodotti, con prestazioni brillanti in tutti gli altri principali indicatori di circolarità, dal consumo di materia per unità di Pil al tasso di utilizzo di materie prime seconde, cioè provenienti da riciclo. In questo quadro brilla la performance del Conou.
Nel solo 2022, ii Consorzio ha raccolto 181mila tonnellate di olio lubrificante usato: oltre ii 98 per cento è stato rigenerato (a fronte di una media europea del 61 per cento), con la produzione di ben 118 mila tonnellate di nuove basi lubrificanti e di oltre 38 mila tonnellate di bitumi e gasoli. Nello stesso anno, at traverso ii suo modello circolare, ii sistema del Conou ha evitato l'immissione in atmosfera di 64mila tonnellate di Co2, ha contribuito a ridurre l'utilizzo di combustibili fossili dell'86 per cento e l'utilizzo di acqua del 29 per cento. "Rigenerare l'olio usato rispetto all'alternativa di produrre oli lubrificanti ex novo dal petrolio ha contribuito a tagliare le emissioni di Co2 di circa ii 43 per cento. Ma non solo, ab biamo risparmiato tra 1'80 per cento e ii 90 per cento di emissioni nocive cancerogene, eutrofizzazione ed emissioni acide", spiega ii presidente del Conou, Riccardo Piunti.
L'olio nasce da una particolare raffinazione del petrolio, subisce processi di degrado e contaminazione finché, non essendo piu idoneo all'uso, deve essere sostituito. Masi tratta di un rifiuto pericoloso e bisogna smaltirlo correttamente. Tuttavia, se rigenerato può ottenere caratteristiche equivalenti a quelle del lubrificante da cui deriva, diventando una risorsa per l'economia. Il riciclo di olio esausto nel 2022 ha generato un risparmio di circa 130 milioni sulle importazioni di petrolio. In 39 anni di attività, ii Conou ha raccolto 6,7 milioni di tonnellate di olio lubrificante usato, 6 milioni delle quali avviate alla rigenerazione, che ha prodotto 3,5 milioni di tonnellate di olio base. Questa ha consentito un risparmio complessivo sulle importazioni di greggio del paese di circa 3 miliardi di euro. "Questa dimostra che la sostenibilità non è una perdita in termini economici, ma tutt'altro", dice Piunti.
Con ii lavoro della filiera di imprese del Conou, l'Italia si conferma eccellenza europea nella raccolta e rigenerazione degli oli minerali usati, con numerosi benefici anche in termini ambientali che riguardano non solo ii contenimento dell'uso di combustibili fossili (7,5 milioni di Giga joule in meno) ma anche le emissioni di Co2, oltre a un minore sfruttamento del suolo, un risparmio di acqua e riduzioni rilevanti di molti altri inquinanti. Il segreto sotteso a tutti questi record e ii modello "Consorzio" ente ambientale senza fine di lucro che coordina, nel rispetto della libera competizione, il lavoro delle imprese di raccolta e rigenerazione forte del sostegno economico dei produttori di lubrificanti che ii principio Epr (Responsabilità estesa del produttore) chiama a occuparsi an che del destino del rifiuto che da essi deriva. Il contributo ambientale dei produttori che consente ai Consorzi di sostenere gli oneri della raccolta differenziata (ovunque e comunque), del riciclo e della rigenerazione dei rifiuti è stato al centro anche di un confronto tra consorzi di raccolta e smaltimento, promosso dal Conou nel contesto di Ecomondo 2023. Lo spunto e stata la recente convenzione sottoscritta dal Consorzio con l'Agenzia delle Do gane e dei Monopoli, proprio per una gestione piu precisa ed efficace della riscossione dei contributi ambientali e un piu stringente con trollo dell'eventuale evasione.
"II contributo ambientale e la linfa di tutto ii sistema di economia circolare italiano, e per questo è importantissimo poterne garantirne una efficace riscossione", continua Piunti. "Questa accordo e un passo importante nella nostra strategia che contempla s1 la raccolta dell'olio usato 'fino all'ultima goccia', ma anche l'incasso del contributo 'sino all'ultimo euro'. Meglio si fa la riscossione del contributo, meglio si fa per l'ambiente, la cui tutela e la missione di tutti i consorzi.