Pubblicità
Cultura
marzo, 2023

The House of Milf, il reality shock alla fine è solo moralistico

L’esperimento estremo in cui otto avvenenti signore devono sedurre i figli delle altre è un esempio paradossale di tv puritana. Perché va bene il sesso libero, ma mamma non si tocca

La prima reazione alla vista del nuovo dating show “House of Milf” (Discovery+) è che, anche volendo, sarebbe assai difficile abbassare oltremodo l’asticella. Perché il fatto che otto signore super sexy siano pronte a trovare l’amore, scegliendo tra gli aitanti figli delle altre, scatena quel desiderio di buttare il telecomando una volta per tutte scacciando a forza il pensiero di quello che si è appena visto. Ma provando a resistere all’impulso di considerarlo esclusivamente una partita estrema di tiro alla fune del buon gusto, si scopre che la questione da affrontare più che morale diventa moralistica.

In sintesi c’è la villa lussuosa d’ordinanza, i cocktail pieni di ombrellini colorati e queste madri avvenenti che, sfidando lo stereotipo della differenza d’età, si lanciano in provocatorie conquiste dei pargoli altrui. Ma l’oltraggio è dietro la porta, perché dalla prima inquadratura, subito dopo il colpo di scena che svela l’inopportuna parentela, si intuisce subito che i figli in questione sono stati coinvolti nel gioco edipico solo ed esclusivamente per puntare il dito contro l’atteggiamento poco opportuno delle signore.

E quel che sembrerebbe essere la costruzione a puntino di uno show per abbattere lo stereotipo d’ordinanza sulle conquiste intergenerazionali, si trasforma in un attimo in un atto d’accusa bello e buono. Dove il desiderio sano di sesso senza cuore con un ragazzo più giovane diventa un sentimento del tutto inappropriato.

Insomma il registro cambia, lo standard si raddoppia e alla fine se sei donna è un conto ma se sei madre lo sarai per sempre, anche in tv.

Così mentre una mamma si butta alla conquista di uno dei ragazzi, c’è sempre un terzo occhio, che spunta come un monito e che manda in fumo quel presunto senso di libertà, trasformando il più sfrontato degli esperimenti nel più puritano esemplare televisivo, peraltro perfettamente in linea con quanto quotidianamente ci viene propinato anche dalle nostre parti.

I figli, che fanno gli sbruffoni desnudi puntando languidamente le signore, si macchiano di imbarazzo quando tocca alla loro genitrice, perché va bene tutto, ma mia madre no. Le sgridano, le rimbrottano, le giudicano, lasciando l’audacia dell’assunto iniziale sul fondo della bottiglia.

E lo spettatore, che da una parte si indigna per il terrore che lo spezzatino freudiano potrebbe causargli nel caso si compisse l’estremo atto e dall’altra non vede l’ora che lo spettacolo trascenda del tutto, alla fine subisce, in attesa che arrivi la versione italiana. Che c’è da scommettere non si farà attendere.

 

DA GUARDARE MA ANCHE NO

Il lungo addio. Nella sterminata maratona di commemorazioni dedicate a Maurizio Costanzo, rimarrà il ricordo di Fiorello. Che a “Viva Radio Due”, in una strada bagnata dalle luci dell’alba, ha cantato a suo modo “Se telefonando”. Restituendo a quelle parole il sapore commosso della nostalgia.

E lo chiamano record. Su Canale 5, il format è sempre quello: arrivano personaggi che sfondano il muro dell’inutile in nome del Guinness, si tirano palline da tennis nelle parti intime, resistono a denti stretti a sforzi sovrumani, Jerry Scotti si stupisce della loro bravura e tutti applaudono felici.

L'edicola

La pace al ribasso può segnare la fine dell'Europa

Esclusa dai negoziati, per contare deve essere davvero un’Unione di Stati con una sola voce

Pubblicità