Dallo spazio gli effetti di inondazioni e siccità e tutti i parametri che consentono di avere una mappa costante dei rischi. E dei danni. Anche economici. Ma le scelte conseguenti tardano

La giornata mondiale dell’acqua, il 22 marzo scorso, è coincisa con un momento di grande preoccupazione per la siccità che sta svuotando i fiumi e i laghi della Pianura Padana. Basterebbe affacciarsi su uno dei grandi fiumi italiani per rendersi conto di quanto il livello dell’acqua sia basso, ma, per comprendere la portata del fenomeno, è più efficace la visione offerta dai satelliti. La temperatura, il livello e le correnti degli oceani, lo stato dei ghiacciai e dei bacini fluviali, la presenza di inquinanti nell’aria e nell’acqua, la composizione dell’atmosfera, lo stato delle foreste e quello delle coltivazioni: nulla sfugge all’occhio dei satelliti. In orbita galleggiano anche strumenti radar capaci di vedere durante la notte e di penetrare le nubi per aiutare la gestione dei soccorsi in caso di disastri causati da maltempo eccezionale, un’eventualità sempre più frequente su un pianeta via via più caldo.

 

Inondazioni e siccità sono due facce della stessa medaglia, una medaglia, va da sé, globale e i satelliti sono lì a testimoniarlo: grazie a COSMOSkymed, la costellazione per uso duale, militare e civile, sviluppata dall’Agenzia spaziale italiana in collaborazione con il ministero della Difesa, eGeos, l’azienda deputata a elaborarne i dati, ha rilevato che l’estensione del lago di Poyang, la riserva idro-naturale più importante in Cina, si è ridotta da una media di 3.500 chilometri quadrati (negli ultimi vent’anni) a 600 chilometri quadrati solo nell’estate del 2022.

 

In Brasile la grande siccità del 2015 e 2016 ha svuotato i bacini idrici e portato al razionamento d’acqua in alcune città. L’evento pluviale più intenso, invece, è iniziato nel 2019 in Africa e ha innalzato di oltre un metro il lago Vittoria, il più grande del continente. In questi ultimi due casi, i dati sono stati raccolti dai satelliti Grace e poi Grace-Follow On. Si tratta di collaborazioni tra la Nasa e la Dlr, l’agenzia spaziale tedesca, deputate a misurare l’interazione tra il campo gravitazionale terrestre e il movimento delle masse d’acqua. Lo studio conferma come gli eventi estremi, calcolati per estensione, durata e gravità, siano strettamente legati al riscaldamento globale.

 

Inondazioni e siccità sono egualmente devastanti per le produzioni agricole. Mentre la siccità diminuisce la produzione, l’inondazione la azzera. Gli effetti sono drammatici nel caso di monoculture. Il tracollo mondiale nella produzione del cotone lo scorso anno offre un esempio chiaro: mentre in Texas il settore è stato falcidiato da una siccità prolungata e resa anche più grave dall’abbassamento dell’acquifero sfruttato per l’irrigazione, in Pakistan i campi sono stati devastati da un’alluvione con pochi precedenti. La minore disponibilità di materia prima nella catena di approvvigionamento americana ha causato un aumento immediato dei costi di pannolini e assorbenti igienici e fornito un esempio da manuale di come i prezzi siano sensibili al cambiamento climatico. Gli economisti parlano di climateflation, cioè del contributo del cambiamento climatico all’inflazione. È evidente che il fenomeno non riguardi solo i prodotti agricoli, ma contempli anche i danni miliardari causati da fenomeni meteorologici straordinari.

 

Anche senza considerarne le conseguenze più tragiche, o il fatto che secondo uno studio condotto dal climatologo Tim Lenton, le persone che vivono in aree con una temperatura media di 29 gradi o più potrebbero passare dai dieci milioni circa degli anni Settanta a centinaia di milioni, il costo degli eventi climatici estremi fra il 1980 e il 2020 è stato stimato dall’Agenzia europea per l'ambiente in circa 520 miliardi di euro.

 

Meteorologi e climatologi hanno sviluppato modelli sofisticati per fare previsioni a breve e medio termine sulla base di informazioni aggregate dai satelliti, dalle stazioni al suolo e dai palloni meteorologici. Ma l’atmosfera è difficile da modellare, i parametri sono numerosi e le equazioni in grado di descrivere la fisica dei fluidi estremamente complesse. Per gestirli occorrono supercomputer e dati sempre aggiornati, perché poter disporre di previsioni attendibili ha un enorme valore sociale ed economico. Una consapevolezza che l’Asi punta a diffondere con progetti come Veneto Stars: aperta fino a metà aprile, l’iniziativa ha l’obbiettivo di coinvolgere giovani innovatori europei in progetti che applichino dati e tecnologie spaziali per limitare gli effetti della siccità e monitorare la crescita delle culture. Fra le proposte, la migliore sarà trasformata in un prototipo grazie alla collaborazione di partner pubblici e privati (fra gli enti promotori, oltre all’Asi, ci sono Copernicus Italia, Regione Veneto e il Dipartimento territorio e sistemi agro-forestali dell’Università di Padova).

 

Avere capito la macchina del tempo è uno dei successi più straordinari dell’ultimo secolo, tuttavia sapere fare previsioni accurate e, se necessario, lanciare allerte, non può far dimenticare quanto il cambiamento climatico sia una responsabilità collettiva. Occorre ci si abitui a vivere in un mondo “diverso”, dove la scelta di cosa coltivare venga aggiornata di continuo sulla base della temperatura crescente e della disponibilità idrica. Cruciale, il monitoraggio di questi parametri potrà avvalersi di sentinelle orbitali sempre più performanti. Ma non risolutive, senza un’azione globale e condivisa.