Spazio fisico, area definita, modo di vivere. Ma anche carcere, strada, ospedale. L’opera teatrale ruota intorno al concetto di abitazione

Pietre nere ci costringe a chiederci cosa è una casa

Casa dolce casa. Ma cos’è una casa? Potremmo dare un numero infinito di risposte. Casa è senza dubbio il luogo in cui ognuno di noi decide che lo sia. E dunque uno spazio fisico, un’area ben delimitata, perfino un’idea o un modo di vivere. In ogni caso un pezzo di mondo che ci separa dall’esterno. Ma se ribaltassimo il punto di vista e cominciassimo dai luoghi che agli occhi degli altri case non sono? Case famiglia, ospedali, carceri, strade, centri di accoglienza, dormitori... Proprio da qui parte “Pietre Nere”, il nuovo lavoro di Babilonia Teatri, compagnia veneta formata da Enrico Castellani e Valeria Raimondi (vincitori nel 2016 del Leone d’argento alla Biennale di Venezia), che negli anni hanno sempre sperimentato nuovi linguaggi per raccontarci piccoli pezzi della nostra società, affrontando anche temi più sociali come in “Pinocchio” o in “Ramy. The voice of revolution”.

 

Prodotto da Babilonia Teatri e Corte Ospitale, sarebbe più giusto definire “Pietre nere” una performance, un happening giocoso. Ripensandoci, potrebbe apparire come una sorta di “open day” in cui noi spettatori siamo chiamati ad attraversare la “casa” degli attori (Enrico Castellani, Valeria Raimondi, Francesco Alberici, Ettore e Orlando Castellani, figli di Enrico e Valeria), cioè il teatro stesso che accoglie a sua volta gli infiniti modi di intendere la casa, in cui accade di tutto. Dopo la lettura dal libro di Emanuele Coccia “La filosofia della casa”, è la musica a dettare il ritmo di una caotica girandola di voci e riflessioni, echi di quegli incontri portati avanti dalla compagnia nei mesi precedenti durante l’indagine sulla casa/luogo per il progetto Casa Mondo.

 

La performance, di recente in scena al Teatro Biblioteca Quarticciolo di Roma, non rinuncia a una certa dose di ironia. Molto efficace, per esempio, l’immagine della natività in una capanna a luci neon colorate che fa da cornice al divertente gioco di parole sotto una nevicata di piume. Ma soprattutto non rinuncia a stare in scena in modo pop, tra scatoloni, betoniere, salti vertiginosi sui tappeti elastici. E c’è perfino un momento poetico: il ricordo della nonna accanto ad un albero rovesciato, con le radici rivolte verso l’alto. Suggestivo il grande divano rosso che si gonfia e accoglie il piccolo Orlando in chiusura. Ma alla fine cosa vogliono dirci? Forse invitarci ad allargare lo sguardo verso tutte le infinite case possibili.

 

Pietre nere
di Babilonia Teatri e la collaborazione artistica di Francesco Alberici
Bologna, Teatri di vita, 15 e 16 aprile
Genova, Teatro dell’arca, 26 maggio

 

APPLAUSI
Sta per concludersi la tournée di “Mettici la mano”, lo spettacolo diretto da Alessandro D’Alatri e nato dalla penna di Maurizio De Giovanni. Un applauso ai tre interpreti: Antonio Milo, Adriano Falivene, Elisabetta Mirra (Melina). Il 4 e il 5 aprile è in scena al Teatro Concordia di San Benedetto del Tronto.

 

E FISCHI
Purtroppo c’è un altro teatro che rischia di chiudere. Stavolta è un pezzo di storia della comicità italiana: Zelig. La società che controlla lo storico locale milanese, la ZMC, è in liquidazione giudiziale. Ma il duo Gino & Michele con Giancarlo Bozzo non si arrendono e lanciano un appello: «I comici ci aiutino o chiuderemo».

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