Il caso
Il centrodestra (grazie all’astensione del Pd) ripristina i vitalizi dopo l’abolizione voluta dal M5s
Il Senato ha deciso di fermare il taglio imposto nel 2018. Una misura che prevedeva che l'assegno fosse calcolato con il metodo contributivo. Conte: «Maggioranza ripristina i privilegi per i parlamentari»
Via libera del consiglio di garanzia del Senato a una delibera che prevede il ripristino dei vitalizi tagliati per gli ex senatori. Si tratta di quelli relativi a prima del 2012 quando, adeguandosi alla riforma pensionistica, è stato deciso che venisse applicato anche ai parlamentari il sistema contributivo (quanto effettivamente versato) e non più retributivo (lo stipendio da parlamentare). Tornano i maxi assegni per 851 ex senatori e 444 familiari di senatori deceduti. L’importo tornerà dunque ad agganciarsi allo stipendio anziché ai contributi versati.
La decisione è arrivata con un voto che - secondo quanto viene riferito da fonti parlamentari - ha visto il no dei componenti di Lega ed FdI, il si di un componente del consiglio ex M5s e l'astensione del Pd e del presidente, l'azzurro Luigi Vitali.
La delibera è stata votata nell'ultima seduta dell'organismo parlamentare che è stato rinnovato con la nuova legislatura ed era finora composto da Luigi Vitali (ex senatore FI), Ugo Grassi (ex M5s), Alberto Balboni di Fdi, Pasquale Pepe della Lega e Valeria Valente del Pd. In base a una sentenza della Corte Costituzionale, che ha fatto riferimento alle pensioni d'oro - viene riferito - la delibera ha deciso per la temporaneità dell'applicazione del taglio, facendolo finire con l'avvio della nuova legislatura.
Subito contro questa decisione ha tuonato il leader del Movimento Cinquestelle Giuseppe Conte che su Facebook scrive: «Misure contro il carovita, l'aumento di mutui e degli affitti? Macché. I patrioti di Giorgia Meloni evidentemente hanno altre priorità: il ripristino dei privilegi per i parlamentari»
«La delibera del 2018 era strampalata e lo dicono sia il presidente dell'Inps che un parere del Consiglio di Stato», replica però al Messaggero Luigi Vitali, presidente uscente del Consiglio di garanzia ed ex senatore di Forza Italia. «Il presidente dell'Inps - continua Vitali - dice che c'è spesa storica pesante, ma anche che la Camera non ha dato elementi oggettivi per dire che i tagli sono corretti» con l'effetto di «colpire alla cieca con riduzioni anche del 60 o 70 per cento».
«Non siamo di fronte a una decisione politica ma a una sentenza di un 'tribunale' accettato da tutti che ha dichiarato illegittima in due gradi di giudizio la delibera di applicazione retroattiva del metodo contributivo per i vitalizi». Ha sottolineato in una nota l'associazione ex parlamentari a proposito della delibera del Senato. «La sentenza - si legge nella nota - ha riconfermato il principio elementare che nessun cittadino può essere penalizzato per il passato, per un periodo precedente, e la Corte Costituzionale ha stabilito che, in misura del tutto temporanea ed eccezionale può essere ammessa una riduzione di qualunque stipendio e di qualunque indennità per un massimo di tre anni». «È stato ristabilito - si prosegue - lo 'stato di diritto' perché la legittima aspettativa che ogni cittadino ha deve essere rispettata e quindi non vi può essere sul piano giuridico, istituzionale e umano una penalizzazione per il passato».