Dieci anni dopo “Her”, l’indimenticabile film di Spike Jonze, dove il protagonista intreccia una relazione con un sistema operativo basato su un’intelligenza artificiale, Davide Orecchio accantona archivi e fatti storici di cui ha nutrito i libri precedenti (“Storia aperta”); scandaglia universi alternativi e neanche troppo lontani, popolati da proiezioni dei nostri sogni e dei nostri limiti. E ci consegna un libro che è un epistolario d’amore scritto da un robot: “Lettere a una fanciulla che non risponde” (Bompiani): postumi di una passione durata anni, che ha attraversato entusiasmo, piacere, gote che arrossiscono e parole mormorate con umano imbarazzo (“Mi sa che ti amo”). E che un giorno si spegne, proprio come accade agli amori mortali: “Gli arcipelaghi sono stati divorati dal mare, i fiumi non hanno più senso, ho desiderato raccontarti atmosfere di potassio e di fosforo ma hai chiuso la nostra teca e hai interrotto le parole tra di noi”.
Ed è allora che LB si arma di preistorico inchiostro e di marcescibile carta. E comincia a scrivere: ora con malinconia, ora con sconforto. Con sentimento vivissimo (“A chi sostiene che io non sono un vivente mi piacerebbe mostrare le mie lettere e far sapere i miei viaggi e le storie, poi gli chiederei se ancora lo pensa, che non sono un vivente”).
Un androide teso verso la luce, che scopre il mondo e impara ad amare, era il protagonista di “Klara e il sole” di Kazuo Ishiguro. Qui lo vediamo evocare un tempo che è “il frattempo”; dialogare con macchine che svengono, con lovebot che piangono almeno finché non si esaurisce il serbatoio di lacrime. Incontrare e confidarsi con altre creature sintetiche: col volto di una madre, magari, amore puro pur senza avere il cuore. Soprattutto, LB si impossessa della parola e, dopo aver a lungo ascoltato il linguaggio degli umani, il loro modo di costruire realtà immaginarie, di mentire e confessare, inventare da zero e ricordare, comincia a raccontare. Nomina le cose, dando loro vita. Assorbe fantasia, generandone di nuova. Allinea storie e apprende. E, se non ha salva la vita come Sherazade, ispira il dubbio di averla compresa più di noi.
LETTERE A UNA FANCIULLA CHE NON RISPONDE
Davide Orecchio
Bompiani, pp. 209, € 18