Il sindaco di Cagliari e nome scelto per la corsa a governatore della Sardegna Paolo Truzzu si scaglia contro la scrittrice e attivista recentemente scomparsa. Proteste dalla opposizioni: “Manca di rispetto alla memoria di una figura che ha contribuito significativamente al dibattito culturale e sociale della nostra isola”

Si consuma a distanza lo scontro fra i candidati alla presidenza della Regione Sardegna. Argomento: il nome della scrittrice e attivista transfemminista Michela Murgia, scomparsa il 10 agosto del 2023. «Mai una via intitolata a Michela Murgia», tuona il sindaco di Cagliari Paolo Truzzu, esponente di Fratelli d'Italia e candidato per la coalizione di centrodestra; «parole fuorvianti che minano la convivenza civile», replica di Alessandra Todde, dirigente del Movimento 5 stelle e candidata alla presidenza regionale dall'intesa M5S-Pd. 

 

«Non intitolerei mai una via a Michela Murgia o le dedicherei un monumento perché mi sembra un personaggio più negativo che positivo, nel senso che era una di quelle che voleva insegnare agli altri cosa dovevano pensare e imporgli in ogni caso il suo pensiero. Era una totalitaria, per certi punti di vista», dice Truzzu intervistato nel web talk Klauscondicio di Klaus Davi. 

 

Parole che a giudizio di Todde «non solo mancano di rispetto alla memoria di una figura che ha contribuito significativamente al dibattito culturale e sociale della nostra isola, ma denotano anche una pericolosa inclinazione a ridurre al silenzio le voci che si levano per promuovere riflessione e cambiamento. Michela Murgia era una scrittrice, una intellettuale, una voce critica che con passione e dedizione ha esplorato le complessità della società sarda e italiana, affrontando temi di rilevanza universale quali l'identità, la giustizia sociale e i diritti delle donne. Etichettarla come 'totalitaria' per il suo impegno nel promuovere un dialogo critico e per aver esercitato il suo diritto alla libertà di espressione è non solo ingiusto, ma anche pericolosamente fuorviante». 

 

«La diversità di pensiero e la libertà di espressione - avverte l'esponente pentastellata - sono pilastri fondamentali di una società democratica. Attaccare queste libertà, denigrando chi le ha esercitate con coraggio e integrità, mina le basi stesse su cui si fonda la nostra convivenza civile. Un monumento o una via dedicati a Michela Murgia non sarebbero solo un omaggio alla sua persona, ma un riconoscimento del suo contributo al dibattito culturale e alla sua lotta per una società più giusta e inclusiva. La sua eredità non dovrebbe essere oggetto di attacchi politici ma, al contrario, motivo di riflessione su come possiamo lavorare insieme per una Sardegna che valorizzi la diversità di pensiero e promuova la giustizia sociale», dice Todde.

 

«È il fascismo a essere stato totalitario in Italia, non Michela Murgia», ribatte anche Renato Soru candidato alla presidenza della Regione Sardegna per la Coalizione sarda. «Dispiace che il sindaco di Cagliari non abbia il coraggio di dichiararsi antifascista e dica che non bisogna mai essere 'anti' ma solo a favore. E metta sullo stesso piano, qui in Italia, nella nostra storia, l'esperienza del fascismo e del comunismo».