Circa 700.000 imprese consorziate per un modello di economia circolare che affida alla gestione privata un interesse pubblico come la tutela ambientale: “L’Italia è un Paese virtuoso, se pensiamo al riciclo degli imballaggi» spiega Simona Fontana. “Oggi dobbiamo lavorare per rafforzare questo primato, coinvolgendo cittadini, istituzioni e imprese in un’attività sinergica di dialogo, ricerca e prevenzione”.
Direttore, i punti di forza del sistema italiano.
Sicuramente la collaborazione fra pubblico e privato, in un’ottica di responsabilità condivisa fra le aziende che producono e usano imballaggi, le pubbliche amministrazioni e i cittadini, che ogni giorno sono chiamati a fare bene la raccolta differenziata. Un modello che ventisette
anni fa sembrava rivoluzionario: le imprese diventavano responsabili del fine vita dei loro imballaggi e, aderendo a Conai, trovavano la garanzia che fossero correttamente gestiti a qualsiasi condizione di mercato.
Chi in Europa fa meglio di noi?
Ci contendiamo la leadership con la Germania, se guardiamo al riciclo pro- capite di imballaggi. Due anni fa uno studio condotto dall’Università Bocconi e dal Wuppertal Institut ha dimostrato come l’Italia sia uno dei Paesi in cui si ricicla di più e a prezzi più bassi.
Di che risultati parliamo?
La percentuale di riciclo degli imballaggi è ormai abbondantemente sopra il 70%. Se sommiamo anche il recupero energetico, siamo ormai quasi all’85% di rifiuti di imballaggio che evitano la discarica. E ricordiamo che la discarica è la fine che bisogna evitare: anche l’Unione Europea ci dice che prima devono venire prevenzione, riutilizzo, riciclo e recupero energetico.
Come migliorare ancora?
Promuovendo l’uso di materia da riciclo in sostituzione della materia vergine: per chiudere il cerchio, è importante che ci siano incentivi alla scelta di materia di secondo utilizzo. Facendo capire sempre meglio ai cittadini come differenziare correttamente senza commettere errori: grandi quantità di imballaggi differenziati sono inutili, se la raccolta è fatta male e piena di errori. Continuando a lavorare per risolvere il problema – oggi meno grave rispetto a qualche anno fa – della carenza di impianti per trattare alcune tipologie di rifiuti nel Mezzogiorno, e soprattutto supportando i territori a migliorare i loro sistemi di raccolta e intercettazione dei rifiuti. Per fare solo un esempio, Conai ha appena lanciato un piano straordinario per potenziare la raccolta differenziata in sette città capoluogo del Centro-Sud: Roma, Bari, Napoli, Palermo, Messina, Catania e Reggio Calabria. Sette Comuni in cui risiede il 30% degli abitanti delle cinque Regioni coinvolte. Intervenire su queste città può portare a migliorare i tassi di riciclo dei rifiuti di imballaggio a livello nazionale.