Nella narrativa delle donne dimenticate entra una nuova figura, Eileen O’Shaughnessy. Decisiva, nonostante il silenzio dei biografi, anche nel percorso letterario dell'autore di "1984"

Vivace, brillante, battagliera, avviata a una prestigiosa carriera universitaria, a una festa scorge un uomo chiamato Eric, magro come un righello, mal vestito e un po’ “tarlato”, che quando scrive si firma George. Si innamora dei suoi occhi chiarissimi. E si condanna all’invisibilità.

Un’altra donna esce dal silenzio al quale la Storia e il patriarcato l’hanno condannata. E ingrossa una narrativa delle omissioni che finalmente restituisce vita a ragazze, madri, amanti messe nell’ombra da uomini: mariti, scrittori, biografi.

Anna Funder, che già si era fatta apprezzare con il romanzo “C’era una volta la Ddr”, torna con “L’invisibile signora Orwell” (Feltrinelli, traduzione di Katia Bagnoli), un libro che è molto di più della riscoperta di Eileen O’Shaughnessy, prima moglie di Orwell. Basandosi sulle lettere che la donna invia alla migliore amica, ritrovate di recente e fuori dalle tante biografie dell’autore di “1984”, Funder ne riscatta il ruolo decisivo nel percorso umano e letterario dello scrittore, rendendola protagonista di una documentata contronarrazione. E soprattutto entra nella scatola nera, la tira fuori, la sfila dal cumulo di mammitudine e moglitudine, la rende una di noi.

Perché Eileen, come in fondo la stessa madre di Orwell, Ida, cresciuta in Birmania in una famiglia aperta e interculturale, è l’emblema delle tante donne che tengono insieme tutto, provvedono a fare spazio al tempo della creazione maschile a scapito del proprio, e finiscono nel nulla. Cancellate o oscurate, messe in dubbio o banalizzate dall’arte e dalla società. 

Eileen c’era quando Orwell scriveva “La strada per Wigan Pier” o concepiva “La fattoria degli animali”, mentre beveva whisky e chiedeva a lei di rileggerne i manoscritti. Era persino a Barcellona quando il marito andò in Spagna a combattere contro il fascismo: ma a leggere e rileggere “Omaggio alla Catalogna” sono in pochi a notarlo. Come altre influenti circostanze (che ruolo ha avuto davvero una poesia di Eileen nell'intuizione stessa della distopia “1984”?) che l’autrice australiana allinea in questo libro bellissimo: un editing emozionante anche delle nostre vite d’oggi.

L'INVISIBILE SIGNORA ORWELL 

Anna Funder

Feltrinelli, pp. 480, euro 28