Se si sa scegliere e si è ben consigliati, nella capitale francese è facile mangiar bene, spendendo da 15 a 500 euro
image/645903.pjpegSolo chi non vede o non capisce può discutere l'assioma che Parigi sia la città dove si mangia meglio al mondo. Non solo per la concentrazione di grandi tavole, ma anche per la varietà dell'offerta, inferiore per numero, ma non per qualità, solo a Londra e New York. Se si sa scegliere e si è ben consigliati, a Parigi è facile mangiar bene, spendendo da 15 a 500 euro. L'importante è aver le idee chiare su ciò che si cerca e quanto si vuole spendere. C'è, per esempio, un buon numero di bistrot frequentati molto più dai parigini che dai turisti, dove si va a colpo sicuro, moderni o classici, di cucina regionale o di mare, di design o tutti legno e zinco. Uno che nel cuor mi sta è Le Villaret, nell'11 arrondissement, periferico né nobile né attraente. Da anni macina coperti e qualità con una squisita cucina tendenzialmente classico-borghese ma molto aperta, centrata sulla bontà e sulla stagionalità dei prodotti. L'ambiente è rustico senza caricature, col bel tempo c'è qualche tavolo sulla via, tranquilla, si è accolti con simpatica efficienza e con una fl te di Champagne e, prima ancora che sui piatti, l'attenzione cade su una sorprendente carta dei vini targata quasi soltanto Bourgogne, con grandi bottiglie a prezzi spesso inferiori a quelli delle enoteche (una pagina intera è per le bottiglie del Domaine de la Romanée Conti). Con i piatti arriva la festa dei profumi e dei sapori: crostatina di sardine e melanzane, fricassea di 'sot l'y laisse' (il bocconcino prelibato del pollo, ricavato dall'incavo della scapola) con carciofi e asparagi, duo di rognoni e animelle, piccione al timo, spalla d'agnello con patate cotta nella pentola di ghisa. Tutto gusto, niente pesantezza, neppure negli ottimi dolci. Difficile spendere più di 40 euro, a pranzo c'è un menù a 20 euro. Indispensabile prenotare, perché di turisti lì ne arrivano pochi, ma i gourmet parigini sono tanti.
