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settembre, 2007

Simpatico quel gay

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Esseri giovani nella provincia americana, il tabù dell'omosessualità, l'amore per l'Europa nell'autobiografia vivace e ironica di Edmund White

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I lettori di Edmund White ritroveranno in questo ultimo libro molti dei materiali che sono stati oggetto di sue opere precedenti, in cui le storie personali dell'autore hanno avuto sempre un peso significativo. Qui le idee di White ('My Lives', Playground, pp. 350, euro 17, traduzione di Giorgio Testa) si trovano allo stato puro, per così dire, nel quadro di una riflessione autobiografica che mantiene tutta la vivacità del racconto - si tratta dunque sempre di narrativa - ma vi aggiunge un esplicito interesse 'documentario'.

A partire dalla giovinezza trascorsa a Cincinnati, nella provincia americana dove l'omosessualità di White, ben presto assunta consapevolmente nell'adolescenza, dà luogo alle sue prime esperienze con gli analisti e diventerà poi anche uno dei centri vitali della sua immaginazione di narratore. Ma questa originaria diversità dalla provincia americana si amplia poi nell'interesse appassionato per l'Europa, in una acuta riflessione critica sulla cultura statunitense, nell'amore per Parigi, nella decisione di farsi biografo di Jean Genet in un libro che ha avuto importanti riconoscimenti. Su tutto, anche nell'autobiografia, si impone lo stile del White narratore, che suscita un moto immediato di simpatia - un tratto che, se pensiamo per esempio a Tondelli, sembra spesso caratteristico della scrittura di autori gay.

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