
In '21' di Robert Luketic, interpretato e prodotto da Kevin Spacey, tratto da 'Blackjack Club' di Ben Mezrich (Mondadori), la matematica serve a far soldi a Las Vegas: una squadra di giocatori, studenti universitari al Mit, guidati dal loro docente, applica sistemi scientifici per vincere. È una storia vera, che coinvolge un ventunenne dalla mente superiore bisognoso di 300 mila dollari per iscriversi e mantenersi alla Facoltà di Medicina di Harvard.
'Oxford Murders' di Alex De La Iglesia, un bravo horrorista di Bilbao aspirante a una maggiore serietà, tratto dal romanzo 'La serie di Oxford' di Guillermo Martinez, è più ambizioso. Un professore inglese e un suo studente americano sono in conflitto: la realtà ha un'essenza matematica, la matematica è uno strumento perfetto per discernere il falso dal vero, oppure l'esistenza è determinata soltanto dal caso? Se avviene un delitto (avviene), l'uomo è davvero in grado di arrivare a un assioma incontestabile sul colpevole? Oppure mai nessuno vince, nessuno perde? Meno male che il ritmo è veloce, che ci sono gli edifici brutti ma rassicuranti di Oxford, i bei prati inglesi. Ma l'attuale fascino della sempre odiata matematica resta misterioso: piacerà perché ci colmano la testa di cifre, perché sembra indiscutibile e sicura, per ansia di verità?
Oxford Murders di Alex De La Iglesia,
con John Hurt, Elijah Wood, Leonor Watling