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ottobre, 2014

Mieli si nasce ?ma si diventa anche

Lorenzo Milei
Lorenzo Milei

Lorenzo Milei
Nelle varie Repubbliche del Paese, ?che sia la Prima o la Terza non importa, ?i Mieli si moltiplicano, crescono, ?anzi sono già parecchio cresciuti. 

PADRE E FIGLIO. Infatti Lorenzo Mieli, ?figlio di cotanto padre Paolo, è stato sondato per una poltrona di grande potere, un vecchio vizio del casato. Dove? I Mieli sono abitudinari, tornano sempre sul luogo del delitto, di generazione in generazione, ?a quanto pare.

SISTEMA RAI. Si tratta quindi di viale Mazzini, dove anni fa il genitore, direttore da bis – due volte al “Corriere della Sera”– ora a capo di Rcs Libri, fu designato presidente di garanzia, ma declinò. ?Non importa. In modo diretto o indiretto, la tv pubblica è rimasta nell’orbita del suo variegato sistema d’influenza solare.

CHIAMA IL DG. Questa volta al centro dell’agone non è lui. Ma suo figlio. Così, ?al settimo piano a incontrare il direttore generale della Rai, Luigi Gubitosi, è salito Mieli jr. Una chiacchierata informale, si racconta. Ma con quella che i francesi chiamano “une arrière pensée”, ?non proprio un secondo fine, piuttosto ?un retro pensiero nella testa di Gubitosi.

TETTI BASSI. L’ipotesi per esempio che Junior potesse andare al vertice di una rete Rai. Nel galateo del colloquio non c’è stata un’apertura di trattativa, ma uno scambio di vedute, oltreché di informazioni. ?Anche sui tetti degli stipendi di viale Mazzini. A certi livelli, vedi il suo, ?non proprio appetibili.

JUNIOR IN BALLO. In ballo era forse ?Rai Uno, visto che all’inizio dell’estate Giancarlo Leone, direttore dell’ammiraglia, sembrava vivere un momento di stanchezza, nonostante i risultati del canale, assai in palla anche grazie alla fiction. Ma la chiacchierata tra Gubitosi e Junior resta una chiacchierata ?e a Leone passa la stanchezza. Chissà domani però. I Mieli sono da tenere d’occhio e così anche lui, riservato ma cinetico quanto suo padre è un mandarino sornione: mai una cravatta, sempre i jeans, il moto dimesso, gli occhi vivissimi, la generazione renziana. Quarantun anni appena, il karma familiare in una forma nuova, la mitologia del mielismo applicato all’immagine.

COOL TV. Da Sky a Rai. Da Mediaset a Tv 2000, la televisione della Cei. Produce fiction cool, direbbe Oprah Winfrey. Crea società, le ramifica, ne fa costole e partecipazioni, è un incubatore di format, film e fiction come“In Treatment”, “La Mafia uccide solo d’estate”, “Italia’s Got Talent”, “Masterpiece” (che però è stato un flop), “X Factor”, “1992”, la serie su Tangentopoli che andrà presto in onda.

QUANTE POLTRONE. Siede sulle poltrone di amministratore delegato di FremantleMedia Italia, colosso di produzioni e distribuzioni, di consigliere ?di Good Films (distributore di film come “Dallas Buyers Club” o “Nymphomaniac”) cofondata con Ginevra Elkann, ed è anche partner di Wildside, con Mario Gianani, Fausto Brizzi, Marco Martani e Saverio Costanzo (prossima mega produzione “The young pope”, regia di Paolo Sorrentino).

RETE DI RANGO. Da buon Mieli, la rete ?è grande, fortificata, scientifica, quasi da Scientology. La Elkann è sorella di John, presidente di Fca. Il regista Brizzi è uno ?dei migliori amici di Matteo Renzi. Gianani è compagno del ministro Marianna Madia. Costanzo è figlio di Maurizio. Martani è sceneggiatore pluripremiato. Tutti dettagli sopraffini. E naturalmente chi ha mai mancato l’appuntamento dei Big Bang ?e delle Leopolde? Mieli si nasce ma ?si diventa anche.

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