Benito Mussolini non è più cittadino onorario del Comune di Salò. Ci sono voluti 100 anni e un’amministrazione del centrosinistra, alla guida della cittadina sul Lago di Garda, per approvare una mozione che chiude i conti con un passato i cui valori, dice il sindaco 29enne Francesco Cagnini, “non hanno più spazio nell’Italia di oggi”. Il Consiglio comunale di quella che fu la capitale della Repubblica sociale italiana, durante gli ultimi anni della Seconda guerra mondiale, si è schierato con la mozione del consigliere Tiberio Evoli. Dodici i voti a favore, tre i contrari e un’astensione, tutti provenienti da liste civiche, una delle quali vicina a Fratelli d'Italia. “La maggioranza ha deciso di revocare una cittadinanza onoraria che il governo fascista impose a centinaia di Comuni come il nostro, a metà degli anni Venti”, aggiunge il sindaco. È trascorso un secolo da quel 23 maggio 1924, una ventina di giorni prima dell'omicidio Matteotti. L’assemblea comunale di Salò era stata sciolta: fu il commissario prefettizio Salvatore Punzo a firmare il conferimento della cittadinanza onoraria all'allora capo del governo.