L'introduzione del libro di Stefania Maurizi 'Dossier Wikileaks - I segreti italiani' è firmata dallo stesso Assange

"L'essenza di WikiLeaks è qualcosa di profondamente connaturato nell'uomo: è il desiderio di arrivare a scoprire la verità e di obbligare chi ha il potere a risponderne, senza potersi nascondere dietro il segreto. Noi siamo convinti che non ci sia democrazia laddove ci sono archivi pieni di verità inconfessabili". Julian Assange introduce così il libro di Stefania Maurizi dedicato alla storia della sua rete e alle rivelazioni italiane sottratte al database della diplomazia statunitense.

"Dossier WikiLeaks. I segreti italiani" (edizioni Bur-Rizzoli, 13.90 euro) non è solo una raccolta dei più importanti scandali svelati grazie ai file del Dipartimento di Stato - come il sostegno di Silvio Berlusconi ai peggiori dittatori del pianeta - ma anche un'analisi profonda della "sovranità limitata" che la nostra classe politica continua ad avere nei confronti degli Usa. Le 200 pagine contengono numerosi capitoli inediti - come le manovre per ottenere il sostegno vaticano alla diffusione degli Ogm o la ricostruzione dei retroscena del caso Calipari - e un ritratto spietato della sudditanza di ministri e alti funzionari nei confronti di Washington. L'interesse nazionale dell'Italia sembra passare sempre in secondo piano rispetto ai desideri degli Stati Uniti, abilissimi ad esercitare ogni genere di pressione.

Assange ricorda che Stefania Maurizi è l'unica giornalista italiana in rapporto con la sua rete. E conclude: "Molti dei nostri sostenitori guardano a WikiLeaks come a una sorta di deus ex machina, che può far piazza pulita della segretezza che minaccia le democrazie e ingrassa i regimi. Non abbiamo la bacchetta magica. Ma lavoriamo per concretizzare un sogno".

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