«Strumento di Satana», «malato di mente», «ignobile», «delirante». Mentre ufficialmente la Chiesa si astiene ancora dal giudizio, i prelati più conservatori sono già partiti all'attacco del film "Habemus papam"

«Strumento di Satana», «mezza tacca», «vigliacco» e «malato di mente». Se la gerarchia vaticana ancora si astiene dai giudizi sul nuovo film di Nanni Moretti 'Habemus Papam', non tutto il clero ha mantenuto il silenzio.

Il più duro di tutti è Antonio Vacca, vescovo emerito di Alghero. Per lui il regista di “Ecce Bombo” sarebbe addirittura un «un mezzo al servizio di Satana per allontanare l'uomo da Dio», e invita i suoi colleghi porporati a essere «maggiormente forti e dire la loro, anche se esiste il rischio di amplificare certe visioni ignobili».

Moretti è «una mezza tacca» e «avrebbe bisogno lui di uno psicologo», accusa monsignor Giacomo Babini, vescovo emerito di Grosseto, già noto per aver affermato che «l'omosessualità in un prete, se tradotta in pratica depravata, é addirittura più grave della pedofilia perché si tratta di uomini viziosi e perversi, che si sono abbandonati a oscene pratiche contro natura».

A dare più noia alle eccellenze della Chiesa Romana è soprattutto l'idea che il Papa sia psicanalizzato. «Siamo al delirio» commenta monsignor Gerardo Pierro, arcivescovo emerito di Salerno, se si pretende di «analizzare il Papa alla luce della visioni psicoanalitiche». Pierro va anche oltre, e dice che se fosse uscito un film del genere in un paese musulmano «gli islamici forse avrebbero incendiato i cinema o tentato di uccidere per blasfemia il regista. Credo che molti oggi approfittino della tradizionale mitezza dei cattolici, che spesso viene presa per dabbenaggine o rassegnazione».

Non ha mancato di dire la sua neanche monsignor Arduino Bertoldo, il vescovo emerito di Foligno che definì «una ragazzata» le feste di Silvio Berlusconi e «contro natura» Nichi Vendola, che avrebbe «la stessa utilità teologica del Diavolo». Ora sostiene che «anche un pazzo o un cretino, se parla male della Chiesa, riesce ad ottenere vendite e consensi» e che «questo film sia ancora più subdolo, perché confonde e manda in confusione i cattolici e pensa che la Chiesa sia oggi che nel passato sia stata guidata da gente senza fede o poco sana di mente».

C'è da dire che tutti i monsignori affermano di non aver visto la pellicola, e di non volerla vedere. Ma anche tra i laici non va molto meglio. Se dalle colonne di 'Avvenire' il vaticanista dell'Agi, Salvatore Izzo, ha chiesto ai cattolici di boicottare e «bocciare al botteghino» il film di Moretti, sempre su Pontifex lo psichiatra Alessandro Meluzzi afferma che «esiste una cultura diffusa che secolarizzata, cerca di offendere e umiliare i valori dei cattolici e Moretti ne fa parte» e che il regista «mi sembra sia permanentemente in crisi e cura da uno psicanalista e dunque proietta negativamente questa situazione personale nel resto del mondo. Siccome lui é mentalmente nel fango, per non dire altro, pensa che tutto il resto del mondo sia fango».