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Attualità
giugno, 2011

Genova 2001: e voi dove eravate?

Dieci anni dopo, un sito Internet vuole conservare la memoria di quei giorni terribili. Con i racconti, le foto e i ricordi di chi c'era e di chi era altrove. Ecco come partecipare

Sono passati dieci anni dai tragici fatti di Genova. Una storia non lontana vissuta in prima persona da tutti, anche da quelli che nel capoluogo ligure non c'erano e che magari alla radio, alla televisione o su internet venivano a sapere quanto stava accadendo e vivevano a modo loro una delle pagine più buie per la nostra democrazia.

A raccogliere quelle storie, quelle emozioni ci ha pensato in questi giorni Claudia Vago, 33 anni, con il blog #ioricordo Genova. Nessun intento di ricostruire i fatti del G8 o di commentare i processi che sono seguiti ma solo la voglia di condividere un ricordo collettivo preciso: quel terribile week end del 20 e 21 luglio 2001 che ha poi portato alla morte di Carlo Giuliani e al successivo violento blitz alla scuola Diaz.

Racconti, frasi, citazioni, foto, video come pezzi di un puzzle mai composto ma che oggi sulla rete e attraverso #ioricordo Genova diventa possibile. Sono già più di quaranta i post/racconti che dalla mattina del 23 giugno, giorno della pubblicazione del blog, sono stati “postati” sul sito, sulla pagina facebook dedicata  e su Twitter .

«Stranamente», spiega Claudia Vago (in rete Tigella), "ha scritto soprattutto chi non c'era". Come Lia: "La mancanza generale di voce. Il silenzio a piazza Duomo, la gente che si guardava attonita e la mancanza di qualcuno che parlasse e che esprimesse ciò che pensavamo tutti. Io ricordo questo". O come Stefania, genovese, che però se n'era andata «in campagna, lontano, per tenere al sicuro nostro figlio. Ho raccomandato a miei genitori di non uscire, fornendogli il necessario per la sopravvivenza e siamo partiti. Ho seguito tutti i programmi che trasmettevano notizie, via radio e tv. Ho pianto vedendo e ascoltando quanto stava capitando, ci hanno resi prigionieri nelle nostre case o costretti a fuggire per sopravvivere. Hanno violentato la città impedendo alle persone di manifestare pacificamente e ignorando i delinquenti che invece creavano i veri disordini".

Ma scrive anche qualcuno che quei giorni li ha vissuti in prima persona, a Genova: "Io lavoravo a pochi metri dalla “zona rossa”. Non abbastanza da avere un visto e non abbastanza per essere tranquillo. Dai vetri dell’ufficio – piano terra – non è che si vedesse granché, ma quando la gente ha iniziato a scappare s’è visto bene. A quel punto il mio capo è sceso giù e mi ha detto "tu domani parti per la grecia vero? vai a casa subito, se ci riesci, che hanno ammazzato uno e c’è casino”. Ho dovuto fare parecchie infrazioni al codice della strada per arrivare a casa. I container ve li ricordate? erano ovunque, bloccavano tutto. Il tunnel di Brignole invaso dai black block e dai fumogeni? le camionette della polizia… La strada per casa mia era completamente bloccata, ero prigioniero in centro. Chiedo aiuto a un poliziotto e mentre addenta un panino mi dice “passa da quel marciapiede e prova da via Tommaso Ivrea, ma occhio alle zecche”. Le zecche erano i manifestanti"

Racconta invece Gabriele Orsini che all'epoca aveva solo 17 anni: "Ricordo le loro voci metalliche dentro le maschere antigas. Ricordo il mio amico Enrico buttato a terra e colpito in pancia a ripetizione. Ricordo una corsa cieca e senza respiro, ricordo Enrico a terra e io che non riuscivo a far altro che scappare. Il resto della giornata fu solo per cercare di tornare a casa, via da quella maledetta città". Ade: "La notte sentiamo in diretta l'irruzione su radiogap, un incubo nell'incubo. In quella scuola ci ho fatto i primi tre anni di liceo e la maturità. Immagino il mio banco sporco si sangue. Il giorno dopo scoprire che al peggio non c'è mai fine, passare finalmente in piazza Alimonda, il funerale laico di Carletto, vedere amici con la faccia blu. Ci vediamo il 20 luglio, alle 17.27 in piazza Carlo Giuliani, come tutti gli anni".

Sul sito si possono anche lasciare fotografie, video, commenti e altro. Obiettivo: creare uno scrigno comune di ricordi, per «quell'ingranaggio collettivo che è la memoria». In Rete: http://ioricordogenova.altervista.org/blog/

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