Attualità
agosto, 2011

C'è traffico? E io decollo

Nel 2012 negli Usa arriverà Transition, la prima auto volante urbana: lunga sei metri, può viaggiare sia su strada sia in cielo. Prezzo: 150 mila euro. E l'Europa risponde con il MyCopter, per andare al lavoro sopra le case e senza ingorghi

Alzi la mano chi non ha mai sognato di evitare un ingorgo decollando. O chi non ha mai fantasticato sulla possibilità di parcheggiare sul tetto dell'ufficio, magari dopo aver sorvolato tangenziali e raccordi asfissiati dal traffico, salutando perfidamente dal cielo gli automobilisti incolonnati. Buone notizie per i sognatori: l'auto che vola non è più esclusivo appannaggio di Batman o di Paperinik e presto potrebbe fare la sua comparsa sulle strade e nei cieli. Grande come una station wagon o piccola come uno scooter (sono numerosi i modelli già vicini alla commercializzazione), l'auto volante è in grado di trasformarsi in elicottero o aereo ultraleggero con un solo click: meno di un minuto per dispiegare le ali (o le pale) e disfarsi di code e caselli. E poi di nuovo meno di un minuto per ripiegarle e parcheggiare nel garage di casa.

Sul mercato purtroppo non c'è ancora nulla, ma è solo questione di mesi perché aziende, università e centri di ricerca in tutto il mondo hanno già iniziato da tempo a sfornare prototipi e stanno per lanciare i primi modelli per uso civile (e militare).

A bruciare il traguardo sarà probabilmente, nei primi mesi del 2012, la Transition della società americana Terrafugia, fondata nel 2006 da un gruppo di ingegneri aerospaziali del Mit. A vederla, Transition in realtà sembra più un ultraleggero a due posti, ma è in grado di trasformarsi in automobile in meno di 60 secondi e può circolare anche su strada. Lunga quasi sei metri (non molto più di una normale berlina), ha un'apertura alare di oltre otto metri che però scendono a due quando le ali vengono ripiegate, consentendo normali parcheggi.

A terra ha prestazioni leggermente inferiori a quelle delle normali autovetture (circa 10 km al litro e fino a 140 km all'ora), ma naturalmente in più vola. Motivo per cui, come in tutte le altre skycar, per potersi mettere al volante è necessario essere in possesso, oltre che della patente, di un brevetto per il pilotaggio degli ultraleggeri.

Il prezzo, se confrontato agli altri, appare persino abbordabile: "appena" 150 mila euro. Un'inezia, di fronte ai 2 milioni di euro dell'unico esemplare di auto volante realizzato dalla Moller International, che punta a sua volta a entrare nel mercato nel 2012 con la Skycar M400. Un piccolo aereo dotato di quattro ruote, che può ospitare quattro passeggeri e decollare verticalmente. Secondo il costruttore, la Skycar può raggiungere i novemila metri di altitudine e i 500 chilometri l'ora, ma su strada non ne fa più di cinquanta.

"Avete sempre saputo che era solo una questione di tempo, prima che il mondo domandasse una macchina volante in grado di sostituire le automobili", si legge nel sito della compagnia. "Niente traffico, semafori, multe per eccesso di velocità. Solo un tranquillo trasporto dal punto A al punto B, in una ridotta frazione di tempo: mobilità tridimensionale al posto di immobilità bidimensionale. Non importa come vedete la cosa: l'automobile è solo un passaggio intermedio nella nostra evoluzione verso la progressiva indipendenza dalla legge di gravità".

La presentazione forse è un tantino enfatica, ma non ci si poteva attendere di meno da Paul Moller, l'ingegnere canadese già famoso per aver realizzato il prototipo di un velivolo molto simile a un disco volante e dotato di otto pale rotanti.

Alla Moller International sembrano davvero prendersi molto sul serio: già nel 2003 hanno emesso obbligazioni risarcibili basate sull'M400, che prevedevano il rimborso qualora non fossero state raggiunte le prestazioni dichiarate o nel caso non fosse stata conseguita la certificazione per il volo. E oggi, la M400 Skycar Volantor si autocandida a successore "volante" di auto come Ferrari e Lamborghini. Se questi autentici pezzi di ingegneria e di stile sono capaci di raggiungere velocità elevatissime - riflettono ancora nel sito della società - ma sono costretti a girare su autostrade che ne limitano le prestazioni, la M400 si propone di bruciare disinvoltamente tutti i limiti di velocità nei cieli. Dove, almeno per ora, non ci sono troppe regole a cui attenersi, almeno se si vola a bassa quota.

Ci mancavano solo i pirati dell'aria! Eccoli qui, già facili da immaginare: decine, presto centinaia o addirittura migliaia di normali cittadini alla guida di piccoli velivoli svincolati dalle normali regole per il volo e l'atterraggio perché incapaci di interferire con il traffico commerciale (che si svolge alcuni chilometri più in alto), ma perfettamente in grado di intasare i cieli delle città. Per questo l'Unione europea (tra gli altri) si sta già adoperando per mettere a punto una mappa digitale dei cieli, che consenta di muoversi in quota come sulla strada e senza il rischio di spiacevoli incontri (o scontri) volanti. Anche perché se a terra un piccolo tamponamento è roba per il carrozziere, nei cieli il rischio è quello di un brusco atterraggio involontario.

Una "rete stradale" nei cieli servirà anche per il Miocottero (il My-copter), che l'Ue sta progettando con un maxi stanziamento da 43 milioni di euro e un consorzio di università al lavoro. Una sorta di piccolo elicottero per uso privato e spostamenti brevi, che certamente piacerà tra gli altri ai politici nostrani. Per ora, gli acquirenti privilegiati sembrano in effetti le forze armate di mezzo mondo, da quelle statunitensi a quelle israeliane. Così il "mulo" (Mule) della israeliana Urban Aeronautics pare arrivare direttamente da Guerre Stellari, ma è già stato collaudato con successo dall'Università dell'Arizona e dal Technion (una sorta di Mit israeliano) ad Haifa e viene considerato "prioritario" tra gli investimenti della Difesa israeliana.

Sembra che la Urban abbia già stipulato un importante contratto anche con la Marina militare Usa per la realizzazione di un prototipo, che potrebbe essere adoperato per missioni militari e civili in spazi ristretti e difficilmente accessibili, in cui sarebbe particolarmente apprezzata la capacità del mezzo di "atterrare su un francobollo". Oltre al "mulo", la compagnia israeliana sta per lanciare tra le nuvole anche una station wagon: X-Hawk, la versione più grande delle tre auto volanti progettate sempre dalla compagnia fondata da Rafi Yoeli. Misura 8,1 metri, può raggiungere una velocità massima di 260 chilometri orari e può trasportare fino a dieci persone.

Per chi non ha un esercito né una famiglia così numerosa, entro pochi mesi dovrebbero partire comunque anche i test sulla versione small, che la Urban ha battezzato Panda. Un nome che ricorda a tutti la famosa utilitaria italiana, e che rimanda anche alla cordata di imprenditori nostrani, guidata da Carlo De Benedetti, che ha deciso di investire nell'impresa.

Fa pensare alla mobilità italiana e alle nostre strade non proprio larghissime anche il primo scooter volante, presentato pochi mesi fa dalla Samson Motorworks. Si chiama Switchblade (letteralmente: coltello a serramanico). È uno scooter con ali ripiegabili lungo 4,60 metri, in grado di decollare dalla strada e di alloggiare fino a due passeggeri. Sembra un giocattolo e infatti si guida con un joystick, ma si può già prenotare dal sito web della compagnia.

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