I dati sono allarmanti: a pochi giorni dall'apertura dell'anno scolastico mancano all'appello circa 20.000 insegnanti specializzati nell'assistenza degli alunni diversamente abili. La Gelmini dice che va tutto bene ma i dati rilevati dalle associazioni di categoria dimostrano il contrario

Meno insegnanti e meno ore di sostegno, incremento di alunni disabili, sovraffollamento delle classi, personale non formato per le esigenze dei ragazzi, mancanza  di trasporto ed assistenza. Anno scolastico 2011/2012, ci risiamo. Nuovo anno, ma vecchi problemi aggravati e appesantiti dai tagli del governo che sempre di più penalizzano le fasce meno tutelate.

Il ministro Gelmini, in occasione della conferenza stampa di apertura dell'anno scolastico, ha dichiarato: "quest'anno il numero degli insegnanti di sostegno si attesta a 94.430 unità, il livello più elevato mai raggiunto nella storia della scuola". Il numero indicato dal  ministro è in realtà lo stesso da diversi anni con la differenza però che le domande di alunni disabili cosiddetti "certificati" è in continua crescita e dunque il numero degli insegnanti  non è più sufficiente. Saranno circa 180.000 gli studenti con handicap e 94 mila insegnanti, un rapporto di due a uno che potrebbe in molte situazioni  portare il sistema al collasso. A denunciare da tempo il problema ci sono le associazioni di categoria, gli stessi insegnanti e soprattutto i genitori dei ragazzi. Giovanni Merlo direttore della Ledha (Lega per i diritti delle persone con disabilità) ha espresso grande preoccupazione per la situazione in Lombardia: "a oggi ci arrivano notizie di una carenza di circa 3600 insegnanti di sostegno. Il nostro territorio ha un ritardo storico su questi temi e mentre prima erano i comuni e le province a sopperire a certe mancanze, oggi con i previsti tagli agli enti locali chi si occuperà di questi ragazzi? Sono preoccupato poi per il servizio dei trasporti. C'è un problema di competenza tra comuni e province che si rimpallano il problema e il rischio che qualche alunno la prossima settimana rimanga a casa è elevato."

Da Milano a Messina, le storie si somigliano e i problemi non vengono risolti. A San Donato Milanese a esempio si è verificato l'ennesimo problema di competenze tra enti locali. Provincia e comune si rimpallano gli oneri delle spese dei costi relativi all'assistenza educativa specialistica per gli alunni con disabilità. Al momento, e mancano pochi giorni all'inizio delle scuole, non si è trovata nessuna soluzione, solo una lettera del comune indirizzata alle 16 famiglie interessate che riferiva del passaggio della documentazione alla provincia. Da allora nessuna risposta.

A Torino le 203 assunzioni per gli insegnanti di sostegno sono state coperte da docenti di ruolo diventati "soprannumerari" per i tagli della Gelmini, scatenando l'ira di quei tanti precari che avevano studiato per specializzarsi nel lavoro con gli studenti disabili.  A Genova a fronte di 480 richieste per il sostegno sono state assegnate solo venti cattedre. A Messina su 297 richieste solo 180 le cattedre assegnate, 117 in meno e la vicenda è perlomeno singolare. A denunciarla è Sandra Crisafulli del CIP (comitato insegnanti precari) di Messina: "Inizialmente erano solo tredici le cattedre disponibili sul sostegno alla scuola media. Poi all'improvviso ne sono spuntate altre diciassette, poi date in assegnazione provvisoria ai colleghi provenienti da altre province e questo in base alla legge non si può fare".

Secondo Salvatore Nocera, presidente della Fish (federazione italiana studenti con handicap), l'unico strumento di tutela che hanno questi ragazzi è il Tar: "è triste doverlo dire ma il ricorso alla magistratura amministrativa è, al momento, l'unico modo per risolvere certe carenze. Stiamo parlando di diritto allo studio  e come può essere garantito quando non si rispetta la legge? Prendiamo ad esempio il sovraffollamento delle classi. Si arriva a circa 35 studenti per classe con disabili. Tutto ciò in deroga alle leggi che prevedono, in presenza di un ragazzo diversamente abile, un numero complessivo di 20/22 alunni.  Ciò crea un circolo vizioso per cui gli insegnanti non riescono a seguirli con un rapporto di uno a due ma addirittura con un rapporto di uno a quattro".

La Fish in una indagine condotta sulle scuole italiane ha rilevato diverse anomalie. Il 18% di irregolarità nella segnalazione dei disabili e in questi casi l'insegnate di sostegno arriva con un anno di ritardo. Il 23% degli insegnanti di sostegno vengono utilizzati per le supplenze, così trascurando gli studenti disabili, nel 38% dei casi non viene rispettato il rapporto di 1 a 1 nei casi di disabilità più gravi. Interessante poi la raccolta di firme dell'associazione Fish che in collaborazione con la Fand (Federazione tra le associazioni nazionali disabili) ha proposto di sganciare l'assistenza sociale dalla manovra e soprattutto dai vincoli di cassa.

Stefano D'Errico, segretario nazionale, Unicobas parla chiaro: "La manovra finanziaria inasprisce i tagli della Gelmini, questa è la controriforma di Tremonti che va a colpire pesantemente il sostegno. Quest'anno, a fronte delle nuove richieste, avremo un deficit di 20.000 insegnanti di sostegno in meno rispetto all'anno scorso. Immaginatevi poi di trovarvi davanti a classi di 30/35 alunni e di questi, alcuni con disabilità, altri stranieri, ognuno con la propria esigenza. La situazione è davvero drammatica."

E' proprio così, perché anche la questione degli studenti stranieri non è cosa di poco conto. Sono 700.000 gli studenti stranieri e quello dell'alfabetizzazione  è un altro problema molto delicato. Intanto le scuole  si riaprono e ancora una volta saranno studenti e genitori a soffrire.

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