Si è aperta la caccia, e il fuoco delle polemiche, che immancabilmente accompagna quello delle doppiette, quest'anno coinvolge anche gli scienziati dell'Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) che, su richiesta dell'eurodeputato dell'Italia dei valori Andrea Zanoni, hanno redatto un articolato rapporto per spiegare che lo stress della siccità estiva avrebbe imposto vari limiti alla caccia, incluso per molte specie il rinvio della stagione.
L'appello è rimasto lettera morta e i tempi della stagione si sono aggiunti alla questione delle specie cacciabili. La direttiva europea sugli uccelli elenca quelli a cui si può sparare e quelli a cui non si può. Varie regioni negli anni hanno autorizzato deroghe a questa lista, ritenute ingiustificate dall'Europa.
Perciò, fin dal 2004, l'Italia ha collezionato svariate condanne. Per ora senza pene pecuniarie, perché l'Europa tenta prima la dissuasione. Che ha indotto a più miti consigli molte regioni, ma non il Veneto, dove la Lega fa della caccia una bandiera.
Perciò la Commissione europea ha ammonito che la misura è colma: le deroghe sono ammesse solo per precise ragioni e «il desiderio di continuare pratiche venatorie tradizionali» addotto dai veneti non lo è. Le sanzioni all'Italia saranno inevitabili.