"Licenziamo i poliziotti assassini di Federico Aldrovandi". Con questo titolo inequivocabile inizia l'appello diffuso in queste ore
sulla piattaforma Activism da Matteo Luca Tundo, in cui si chiedono provvedimenti contro i quattro agenti condannati per eccesso in omicidio colposo nel caso Federico Aldrovandi.
"Chiediamo che i quattro poliziotti, condannati ora in via definitiva, vengano estromessi dalla Polizia di Stato", si legge nell'appello, che poi invoca anche il riconoscimento del reato di tortura in Italia come previsto dalle convenzioni internazionali.
La raccolta firme, che ha già raccolto oltre settemila adesioni e 45mila 'mi piace' su Facebook, è in realtà un rimando a quella diffusa la prima volta nel giugno del 2012, dopo la sentenza della Cassazione, proprio dalla madre di Federico Patrizia Moretti, insieme al marito Lino e al figlio Stefano. Anche la prima petizione, ospitata sul sito
'Giustizia per Aldro', può essere firmata e conta al momento della realizzazione di questo articolo oltre 14mila adesioni.
Qui il testo integrale
dell'appello Il 21 giugno 2012 la Cassazione si è espressa in modo definitivo sul caso di Federico Aldrovandi, il diciottenne ucciso durante un controllo di Polizia all'alba del 25 settembre del 2005 a Ferrara. La Corte ha confermato la condanna dei quattro poliziotti per eccesso colposo in omicidio colposo riprendendo così le sentenze di primo e secondo grado.
Alla luce della sentenza, chiediamo:
- che i quattro poliziotti, condannati ora in via definitiva, vengano estromessi dalla Polizia di Stato, poiché evidentemente non in possesso dell'equilibrio e della particolare perizia necessari per fare parte di questo corpo;
- che venga stabilito in maniera inequivocabile che le persone condannate in via definitiva, anche per pene inferiori ai 4 anni, siano allontanate dalle Forze dell'Ordine, modificando ove necessario le leggi e i regolamenti attualmente in vigore;
- che siano stabilite, per legge, modalità di riconoscimento certe degli appartenenti alle Forze dell'Ordine, con un numero identificativo sulla divisa e sui caschi o con qualsivoglia altra modalità adeguata allo scopo;
- che venga riconosciuto anche in Italia il reato di tortura - così come definita universalmente e identificata dalle Nazioni Unite in termini di diritto internazionale - applicando la Convenzione delle Nazioni Unite del 1984 contro la tortura e le altre pene o trattamenti inumani, crudeli o degradanti, ratificata dall'Italia nel 1988. Primi firmatari: Patrizia Moretti
Lino Aldrovandi
Stefano Aldrovandi
Comitato Verità per Aldro