Almeno 300 roghi di rifiuti tossici al mese. Così un territorio e la salute di chi ci abita vengono avvelenati ogni giorno dalla criminalità organizzata. Una vera e propria emergenza. Ma le denunce sembrano rimanere inascoltate da trent'anni a questa parte

Ogni quarantacinque minuti circa, una mano ignota attorciglia qualche straccio, vi getta sopra un po' di benzina o di altro liquido infiammabile acquistato nel primo ferramenta di strada, accatasta qualche pneumatico attorno al cumulo di rifiuti che gli interessa far sparire e, appicca il fuoco. Questo succede ogni giorno, dieci volte da quando il sole spunta a quando tramonta nella terra del Vesuvio, delle bufale e dei tumori.

Se non fossero bastate le continue denunce, le segnalazioni dei cittadini raccolte da siti come www.laterradeifuochi.it, le inchieste giornalistiche e quelle della magistratura, oltre i continui allarmi dei medici, a fotografare la situazione arriva un rapporto di Legambiente basato su un censimento svolto dai Vigili del Fuoco per volere del viceprefetto Donato Cafagna, Commissario all'emergenza roghi nella Terra dei fuochi in Campania, che ha registrato 6mila roghi in 49 comuni tra Napoli e Caserta, negli ultimi 20 mesi.

Ora abbiamo anche l'ultimo tassello del puzzle. Al di là delle ipotesi, sappiamo per certo che i roghi di rifiuti tossici sono almeno 300 al mese. Trecento colonne di fumo di colore e densità differente a seconda del tipo di materiale bruciato illegalmente, che si alzano sui tetti di un comprensorio di 6 milioni di persone, entrando nelle finestre delle case di 49 comuni, che invece di essere menzionati per le bellezze del Cristo Velato, la maestosità del palazzo reale dei Borbone, per le eccellenze enogastronomiche o la storia secolare che qui è passata, sono ricordati per un manipolo di criminali che da decenni tiene in ostaggio un'intera popolazione e soggioga la sua economia.

Dov'è lo Stato? Si chiedono in molti, per strada e sui social network, dove si condividono le foto dei fumi tossici, e si organizzano petizioni, mail-bombing ai rappresentanti in parlamento e, come avvenuto questo fine settimana ad Aversa, manifestazioni per richiamare l'attenzione sul biocidio in corso. Biocidio, o ecocidio, termini durissimi, che evocano mattanze di massa da romanzi di fantascienza. Ma sono gli stessi termini utilizzati dal rapporto di Legambiente "Terra dei Fuochi, radiografia di un ecocidio. I numeri e le responsabilità, le conseguenze sulla salute dei cittadini".

Una risposta che si attende da oltre 20 anni, se si pensa che già nel 1988, come ha ricordato in questi giorni su Facebook Renato Natale, ex sindaco di Casal di Principe, cittadina dove in queste ore si sta scavando per cercare altri rifiuti tossici, quelli segnalati segnalati da un pentito, alcuni circoli del Pci scrivevano oltre che a sindaci, presidenti delle Usl, al Presidente della Provincia di Caserta, al Prefetto di Caserta, all'assessore alla Sanità della Regione, anche al Ministro per l'Ambiente, per segnalare che alcune cave utilizzate per estrarre terra e pietre per la costruzione delle superstrade, cominciavano a riempirsi di rifiuti, "materiali di risulta, ma anche di rifiuti solidi urbani, e di sostanze di dubbia provenienza" (qui il documento originale).

Secondo il rapporto sulla Terra dei Fuochi i roghi sono in diminuzione, da gennaio ad agosto del 2013 rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente i roghi sono passati da 3.101 a 1.894, una riduzione del 38,9%. Poco, pochissimo, nulla, per chi ha perso un familiare con un tumore, o per chi sta lottando contro lo stesso male e vede ancora salire in cielo lunghe nubi nere che portano morte. Per questo continuano le denunce delle associazioni e, di chi come don Maurizio Patriciello, si è fatto portavoce di questo dramma. I dati parlano di 2.296 pattugliamenti, 1.886 persone identificati, 318 verbali di accertamento per violazioni ambientali, 82 persone denunciate alla magistratura, 8 arresti, 128 mezzi sorpresi mentre trasportavano illegalmente rifiuti speciali, di cui 47 sequestrati, così come 11 aree private utilizzate per sversare rifiuti.

Per il ministro dell'Ambiente Andrea Orlando, i passi avanti sono opera della task force voluta dal suo ministero, ma negli otto comuni con il maggior numero di discariche abusive, censite nell'ambito dello studio 'Sentieri': Acerra, Aversa, Bacoli, Caivano, Castelvolturno, Giugliano in Campania, Marcianise e Villaricca, si attende come il pane l'arrivo delle bonifiche e, di poter guardare il cielo e vedere solo il sole e mai più nubi nere.

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