Attualità
30 settembre, 2013

Dogane, tempesta sul concorso

L'ente pubblico lancia un bando per 69 dirigenti, ma poi si scopre che un membro della commissione aveva preparato sui temi dell'esame un gruppo di suoi fedelissimi, escludendo tutti gli altri. E scoppia la polemica

L'Agenzia delle Dogane è un ente di Stato che dipende dal Dipartimento delle Finanze e che nel 2011 ha bandito un concorso per 69 posti da dirigente, tutt'ora in corso di svolgimento, dove il 30 per cento dei posti è riservato a personale già in organico all'Agenzia.

La nomina degli otto componenti della commissione giudicatrice avviene il 2 maggio 2012. Due mesi e mezzo dopo uno dei giudicanti, l'alto funzionario Alberto Libeccio, 55 anni, già direttore interregionale dell'Agenzia delle Dogane di Campania e Calabria, inizia un corso di formazione sui procedimenti disciplinari riservato ad alcuni funzionari selezionati.

In base alla legge, considerato il potenziale conflitto di interessi cui sarebbe potuto incorrere, il funzionario avrebbe dovuto astenersi: o dalle docenze o dall'incarico di membro della commissione in previsione delle sue lezioni.

Eppure non l'ha fatto.

Peccato. Perché così facendo avrebbe evitato che la gran parte dei candidati non dipendenti doganali, non campani, non organici alla sua direzione e senza tessera della Uilpa-Pubblica amministrazione in tasca, scorgesse, in questa mancata astensione, una vera e propria violazione della legge.

E pensare che il concorso era partito senza troppi intoppi: 8500 le domande presentate, un migliaio i candidati che avevano superato la prova preselettiva nel dicembre 2012, dopo quattro rinvii e a un anno esatto dall'emissione del bando.

Le stranezze però, o se si preferisce, le 'coincidenze', hanno cominciato a manifestarsi apertamente in occasione delle due prove scritte: il 9 e il 10 luglio di quest'anno.

Le due tracce sorteggiate, infatti, riprendevano pari pari argomenti già studiati o già noti ad alcuni: la prima, "Le sospensioni cautelari dal servizio e il problema della restitutio in integrum retributiva" descriveva proprio quanto enunciato al punto 7 dell'articolata lezione tenuta da Libeccio nell'estate 2012 al corso di formazione. Ad incarico di commissario giudicante già accettato.

Il medesimo argomento, peraltro, era stato puntigliosamente approfondito anche dalla UilPa.

La seconda traccia, somministrata ai concorrenti il 10 luglio, verteva sul "bunkeraggio delle navi", ossia sulle modalità di gestione dei servizi e delle procedure in un ufficio delle dogane in caso di imbarco di prodotti petroliferi privi di documentazione. Anche qui i soliti maligni hanno voluto vederci lo zampino di Libeccio, considerato che nel giugno 2012, in qualità di direttore interregionale delle Dogane della Campania, aveva affrontato un caso del tutto analogo nel porto di Napoli.

La medesima vicenda era divenuta oggetto anche di due circolari interne - la numero 4 e la numero 5 del 2012 - emanate proprio dalla Direzione Interregionale della Campania: in esse il direttore Libeccio dava specifiche disposizioni ai suoi circa la trattazione della problematica del bunkeraggio" adoperando quella stessa terminologia che successivamente sarebbe andata a comporre la seconda traccia del concorso.

E' quindi facile immaginare che al momento delle prove scritte qualche aspirante dirigente interno all'Agenzia conoscesse piuttosto bene l'argomento della traccia, così da risultare avvantaggiato nello svolgimento delle prove rispetto agli altri candidati.

Si tratta solo di casualità? Sarà. Tuttavia sono in molti a non esserne convinti. Per capirlo basta dare un'occhiata alle 176 pagine del forum di Mininterno.net dove diverse centinaia di interventi si susseguono con un denominatore comune: la delusione per la gestione secondo loro non trasparente di un concorso che dovrebbe selezionare i futuri manager di questo ente strategico per la tutela dell'economia nazionale.

Nel luglio scorso, pochi giorni dopo le prove scritte, c'è stato chi ha informato governo e Parlamento su tali temi specifici e tra le righe di una interrogazione (3-00219) ha chiesto lumi al ministero dell'Economia e delle Finanze. Ma l'atto, che ha come prima firmataria l'onorevole napoletana Carla Ruocco (M5S), nonostante un sollecito presentato il 20 agosto, ad oggi non ha avuto risposta.

«Della questione si sta occupando l'amministrazione centrale del personale. Io non ho niente da dire, tranne che sono tranquillo. Come sempre, d'altro canto», risponde alle accuse il dottor Libeccio.

Il sottosegretario Alberto Giorgetti, che al ministero dell'Economia e delle Finanze ha la delega alle Dogane, interpellato telefonicamente per avere ragguagli sui tempi della replica all'interrogazione della Ruocco e sul conflitto di interessi del super dirigente/commissario d'esame, ha fornito una sola imbarazzata risposta: «Verificheremo questa cosa».

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