L’attivissima Ministro Marianna Madia si sta applicando in questo periodo alla riforma della pubblica amministrazione. Ma per adesso lei e il suo gabinetto sembrerebbero piuttosto sordi alle sollecitazioni di antica data da parte della comunità scientifica nazionale a proposito della validità del titolo di Dottore di ricerca, che da tanti anni non ha alcun peso nell’assunzione tramite il tipico concorso pubblico “per titoli ed esami”.
È davvero un’occasione da non perdere: potrebbe significare riqualificare progressivamente la pubblica amministrazione, immettendo giovani talentuosi e con esperienze e curiosità nel mondo della ricerca, che andrebbero a fertilizzare ministeri e pubblici uffici sparsi ovunque sul territorio.
Da anni la Commissione dell’Accademia Nazionale dei Lincei presieduta da un fisico teorico del calibro internazionale di Giorgio Parisi si accalora per questo potenziamento del titolo di Dottore di ricerca ?(se poi fosse accreditato e attraente per Confindustria ciò rappresenterebbe un vero salto di qualità per il zoppicante mondo produttivo nazionale), attualmente valutato e ben ?poco solo nel concorso per Dirigente scolastico oltre a rappresentare qualche puntarello in più nell’eterna fila degli insegnanti precari da stabilizzare.
È anche vero che un noto esponente del mondo della ricerca applicata definiva “portierato di ricerca” quel lento trascorrere dei tre anni di rito del Dottorato senza produrre pubblicazioni di livello internazionale. Insomma, il Dottorato andrebbe valutato non solo per il pezzo di carta che rilascia, ma anche per l’effettiva esperienza acquisita.
Ministro Madia, batta un colpo!