In vista delle elezioni amministrative di Milano Matteo Renzi ha supplicato Giuliano Pisapia di restare, per quelle di Roma ha intimato a Ignazio Marino di andarsene. Il paragone impietoso tra le due capitali potrebbe finire qui. Se non fosse che, nonostante il successo dell’Expo, la Milano-mania che dilaga e contagia establishment, classi dirigenti e ceti popolari, ?le due città continuano a essere maledettamente simili sul piano politico (e giudiziario).
A Roma ?si apre il processo per Mafia Capitale, a Milano è stato arrestato il vice-presidente della Regione Lombardia Mario Mantovani, per anni l’uomo forte dei berlusconiani, coordinatore regionale, senatore, parlamentare europeo e sottosegretario alle Infrastrutture, mica un Mirko Coratti qualsiasi, mai uscito dal raccordo anulare. E sulle candidature gli schieramenti navigano a vista, come sulle candidature per il Campidoglio.
Eppure il centro-sinistra potrebbe vantare il buon governo del sindaco Pisapia. E il centro-destra nel suo format tradizionale, l’asse Forza Italia-Lega, è obbligato a riconquistare la sua roccaforte, persa a sorpresa nel 2011: per Berlusconi la campana a morto, ?il suo governo cadde pochi mesi dopo.
Invece è tutto incerto. Nel Pd le primarie sono state convocate per il 7 febbraio e sono ufficialmente in corsa da mesi il deputato Emanuele Fiano, stimato responsabile riforme ?e sicurezza nella segreteria nazionale del Pd, e Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali della giunta Pisapia. Ma Renzi snobba Fiano e corteggia il commissario all’Expo Giuseppe Sala, manager poco adatto ?a una competizione che si svolge nei gazebo, forse più interessato alla presidenza dell’Enit, per mettere a frutto i rapporti internazionali sul fronte del turismo. E Pisapia sdegna Majorino e fa circolare i nomi delle donne in giunta, a partire dal vice-sindaco Francesca Balzani.
A destra circolano i nomi di reperti storici come Carluccio Sangalli, classe 1936, deputato della Dc mezzo secolo fa. Oppure l’editore Urbano Cairo ?(il presidente del Torino sindaco di Milano?). Paolo Del Debbio sarebbe ?un candidato di confine tra Berlusconi e Salvini, ma ha sempre detto di no.
Milano in politica torna alle stesse facce e agli stessi schemi di venti o trenta anni fa: il vecchio centro-sinistra contro l’antico centro-destra, con in gara le seconde e terze file di altre stagioni. Forse la politica è il lato ?in ombra, il dark side della Milano scintillante di questi ultimi mesi. ?O forse no, solo l’ennesima conferma che innovazione e sviluppo possono fare a meno dei partiti, delle loro ?risse e dei loro scandali.