La vita quotidiana di sindaci, assessori e consiglieri comunali può diventare molto dura se incappano nella malavita:
aggressioni, colpi d’arma da fuoco, esplosivi, incendi, lettere minatorie. Sotto tiro finiscono amministratori di comuni piccoli e grandi. Il trattamento speciale prevede auto incendiate, lettere contenenti minacce e proiettili, spari alle abitazioni, aggressioni verbali e fisiche. Una escalation di violenza che arriva fino al tentato omicidio. Con i primi cittadini, anche del Nord, costretti a vivere sotto scorta.
Nel silenzio in tanti si sono dimessi per paura. Altri pensano di farlo perché avvertono un profondo senso di solitudine e la lontananza delle istituzioni. Il rapporto 2014
dell’associazione Avviso Pubblico (una rete di di enti locali e regioni per la formazione civile contro le mafie) mette in fila intimidazioni e minacce a cui sono soggette donne e uomini che indossano la fascia tricolore.
In 120 pagine vengono raccontati 361 atti di intimidazione nei confronti di amministratori locali e funzionari. Un numero impressionante. Una media di 30 al mese. Praticamente una ogni 24 ore. E questi, sono soltanto i fatti di cui si è venuti a conoscenza. La geografia della minaccia e della pressione psicologica tocca 18 regioni, 69 province e 227 comuni, diventando un carattere della politica e del malaffare made in Italy, dove conta più comprarsi un assessore o un consigliere che avvicinare un parlamentare.
È ancora una volta il Sud d’Italia con il 64 per cento dei casi – sommando anche il dato delle isole – l’area geografica dove gli amministratori locali e il personale della pubblica amministrazione risultano maggiormente esposti. Segue l’area del Nord Italia con il 14 per cento dei casi e il Centro Italia con il 12 per cento.
I motivi di tanto accanimento sono spiegati da Alberto Vannucci dell’Università di Pisa: «Una stima della Commissione Europea quantifica in 251 miliardi di euro, pari al 15,9 per cento del Pil, il valore di tutte le attività contrattuali per opere, forniture e servizi del settore pubblico in Italia. Questa massa ingente di capitali pubblici ha naturalmente fatto nascere consistenti appetiti.
E sfruttando le zone d’ombra agiscono le più insidiose infiltrazioni delle organizzazioni criminali nel tessuto politico-amministrativo». Una montagna di denaro che attira gruppi criminali e clan pronti a tutto pur di entrare in questi ricchi appalti.
STORIE DI ORDINARIA INTIMIDAZIONENell’analisi dei dati, presentati oggi a Napoli per la sesta edizione della festa nazionale di Avviso Pubblico, emergono prepotenze, tentativi di sopraffazione, abusi e soprusi a danno di amministratori di città di medio-piccole dimensioni, ma anche sindaci importanti e visibili.
A Catania l’ex ministro Enzo Bianco ha ricevuto una busta con un proiettile. Minacce di morte via lettera anche per il sindaco monzese Roberto Scanagatti, mentre Isabella Conti, sindaco Pd di San Lazzaro di Savena alle porte di Bologna, un anno fa ha denunciato di avere ricevuto pressioni dopo che la sua giunta comunale aveva deciso di bloccare la costruzione di un nuovo complesso residenziale. E ancora: Leoluca Orlando a Palermo, il primo cittadino di Firenze Dario Nardella e intimidazioni anche nei confronti del Presidente della Provincia di Salerno, Antonio Iannone e di quello della Provincia di Barletta-Andria-Trani, Francesco Spina.
Emblematico quanto successo all’ex assessore all’ambiente di Venezia Gianfranco Bettin. Ex parlamentare dei Verdi è noto per le sue battaglia contro la criminalità, la difesa dell’ambiente e il disagio sociale. A fine gennaio inizia a riceve telefonate di minaccia di morte rivolte a lui e all’anziana madre. Sui muri della sua casa viene disegnata una bara. Passano appena quattro mesi e il copione si ripete: ancora insulti e minacce e sul muro di cinta dell’isola di San Giacomo in Paludo sono comparse scritte ingiuriose nei suoi confronti e un grande “
No al parco della laguna”, accompagnate da atti vandalici nei confronti della onlus che ha l’isola in gestione, con targhe divelte.
«Chiederò - ha spiegato Bettin - di non cancellare le scritte, che considero una medaglia al mio impegno e a quello del Comune di Venezia. Avendone viste ben altre, non mi lascerò certo intimidire da questi cialtroni vigliacchi, e spero che nemmeno il consiglio comunale si lascerà mettere da essi sotto ricatto. Il Parco nascerà e rappresenterà una svolta epocale e benefica per la laguna e tutta la sua comunità». Con il cambio della guardia in laguna e l’arrivo del sindaco di centrodestra Luigi Brugnaro il progetto del parco è stato definitivamente accantonato come promesso in campagna elettorale.