Cinque intercettazioni top secret e trentacinque “selectors”, ovvero trentacinque numeri di telefono, rivelano la profonda attività di sorveglianza dell'americana National Security Agency (Nsa) contro il governo giapponese. A finire ascoltati sono stati il ministro dell'Economia e dell'Industria, i dipartimenti finanziari del governo di Tokyo, il dipartimento degli affari monetari, la prima linea del governo, ma anche due grandi multinazionali: Mitsubishi e Mitsui.
A rivelarlo è l'organizzazione di Julian Assange, WikiLeaks, che oggi pubblica le intercettazioni e i selectors in collaborazione con “l'Espresso” e con un team di media internazionali, tra cui il quotidiano giapponese Asahi Shimbun, quello tedesco Sueddeutsche Zeitung e l'australiano “The Saturday Paper”.
Le cinque intercettazioni top secret risalgono agli anni 2007-2009 e raccolgono anche i piani dell'attuale primo ministro Shinzo Abe – che già aveva ricoperto questa carica dal 2006 al 2007- in tema di cambiamento climatico. In una delle trascrizioni delle conversazioni ascoltate si racconta come nel 2007, nel preparare la visita a Washington, il governo giapponese valutava se, durante l'incontro, il premier Abe dovesse menzionare o meno l'obiettivo del Giappone di ridurre le emissioni di anidride carbonica entro il 2050. Poiché l'amministrazione di George W. Bush non gradiva affatto discussioni sul cambiamento climatico, tirare fuori il discorso del taglio delle emissioni poteva rivelarsi senza dubbio una scelta problematica.
Dalle trascrizioni risulta che il ministro degli Esteri giapponese stesse valutando perfino la possibilità «di non informare in anticipo gli americani di questa intenzione, perché il ministro non si aspettava che Washington avesse approvato un tale obiettivo [del taglio delle emissioni, ndr], considerando le reazioni finora registrate da parte degli Stati Uniti in tema di cambiamenti climatici». Dall'intercettazione, però, emerge che durante un briefing tenutosi nella residenza ufficiale di Shinzo Abe, era stato infine deciso di menzionare la questione durante la visita negli Usa, «informando prima gli Stati Uniti».
CILIEGIE TOP SECRETUn'intercettazione del 2009, invece, dà una misura di quanto sia capillare la sorveglianza della Nsa, che arriva ad ascoltare il governo giapponese – e probabilmente tutti gli altri governi- anche su questioni minime.
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Nella trascrizione si racconta che «funzionari del ministero dell'Agricoltura, Foreste e Pesca del Giappone recentemente stavano cercando dei sistemi per prevenire un danno alle relazioni con gli Stati Uniti a causa della decisione del ministro di ritardare l'importazione delle ciliegie di origine statunitense, una decisione dettata dai politici e dagli agricoltori giapponesi». Per evitare problemi con il potente alleato, i funzionari di Tokyo valutano che il ministro dell'Agricoltura dovrebbe ammettere con Washington «attraverso canali non ufficiali, che la decisione è stata il prodotto di pressione politiche».
SPIONAGGIO ECONOMICOLe cinque intercettazioni top secret e i trentacinque selectors tolgono ogni dubbio che la sorveglianza della Nsa abbia anche finalità economiche: ad essere ascoltati non sono stati solo ministri e funzionari dei ministeri e dei dipartimenti economici, ma anche due colossi dell'economia giapponese: le multinazionali Mitsubishi e Mitsui. Nella lista dei selectors, infatti, figura la divisione gas naturale della Mitsubishi e la divisione petrolio della Mitsui. Se sono in lista è perché sono stati presi di mira.
Quando è scoppiato per la prima volta lo scandalo Nsa, gli Stati Uniti hanno risolutamente negato che lo spionaggio economico sia un obiettivo della sorveglianza di massa della Nsa, insistendo che le attività della National Security Agency siano esclusivamente finalizzate alla protezione della sicurezza nazionale e della lotta al terrorismo. Quando, però, dai file di Edward Snowden è emerso che la compagnia petrolifera brasiliana “Petrobras” era uno degli obiettivi della Nsa in Brasile, è diventato praticamente impossibile negare.