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Attualità
agosto, 2015

Come ti lottizzo la Rai: ecco chi sono i nuovi sette consiglieri del Cda

Lo spin doctor di Matteo Renzi e quello di Fitto. L’ex deputato forzista Mazzuca. La storica dell’arte vicina a Orfini. L’ex presidente della Fnsi. La commissione di Vigilanza elegge il Cda Rai. E l’unico che viene dalla tv è Freccero, eletto dai 5 stelle e da Sel

La commissione vigilanza parlamentare ha eletto i sette consiglieri del Cda della Rai di sua competenza. Sono Rita Borioni, Arturo Diaconale, Carlo Freccero, Guelfo Guelfi, Giancarlo Mazzuca, Paolo Messa e Franco Siddi. I parlamentari hanno dunque trovato presto una quadra, e hanno dato buoni frutti le intense trattative degli ultimi giorni e che però continueranno, dovendo chiudere ora la nomina del presidente e poi del direttore generale dell'azienda proprietà del Tesoro. Per quest’ultima carica, Matteo Renzi ha confermato di volere Antonio Campo Dall’Orto, renzianissimo uomo di tv, fondatore di Mtv Italia e già amministratore delegato della prima La7. Campo Dall’Orto è già stato nominato da Renzi nel Cda delle Poste.
 
Ma vediamo chi sono i consiglieri.
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Partendo dall’ex direttore di Raidue,
Carlo Freccero che, come da previsioni, ha incassato i voti dei 5 stelle e di Sinistra Ecologia Libertà che in commissione ha un solo parlamentare, il deputato Nicola Fratoianni. Freccero - che vanta lunga esperienza da direttore di rete e responsabile dei palinsenti anche all’estero, soprattutto in Francia - è stato proposto  dal Movimento 5 stelle con un post sul blog. È durata poco la polemica sulla mancata consultazione degli iscritti («Non c’era tempo», hanno detto), spenta dallo stesso Freccero che ha invece polemizzato con il Pd: «Io mi aspettavo più che altro che la proposta venisse dalla sinistra Pd», ha detto all’Huffingtonpost. Freccero aveva invece già ricevuto la proposta di Sel, e si aspettava però di dover essere solo una candidatura di bandiera.
 
Tolto Freccero, gli altri non sono certo uomini di tv. Forza Italia ha voluto e eletto Arturo Diaconale, già direttore dell’Opinone delle libertà giornale sempre citato nelle polemiche contro il finanziamento pubblico, di cui è campione pur vendendo non molte copie. È uomo berlusconiano, Diaconale, anche se spesso critico (una volta fece squadra con Vittorio Sgarbi, nel vano tentativo di laicizzare il Polo). Rischiò anche di diventare senatore, quando fu però sconfitto da Gavino Angius, candidato dell’allora Ulivo, nel collegio di Rieti. È poi appassionato di montagna, Diaconale, si può immaginare essendo stato nominato, nel 2010 dall’allora ministro Stefania Prestigiacomo, presidente del Parco Nazionale del Gran Sasso Monti della Laga. La sua unica esperienza televisiva è un anno passato nella redazione di Studio Aperto da caporedattore e una trasmissione su Raitre condotta con Renzo Foa.

Gli alfaniani hanno invece eletto
Paolo Messa, editore - suo il sito Formiche.net - e comunicatore, già ufficio stampa dell’Udc. Messa è noto per aver inventato uno degli ultimi slogan dello scudo crociato, nel 2006, quell’«Io c’entro» scritto sotto i faccioni di Pier Ferdinando Casini. La sua nomina piace anche a Raffaele Fitto, di cui è stato spindoctor nel 2000 alle regionali pugliesi. Altro nome in quota centrodestra è invece quello del direttore del Giorno, Giancarlo Mazzuca. Mazzuca è stato deputato del Pdl nella XVI legislatura, dal 2008.
 
Più complicata è stata la scelta in casa Pd. Alla fine sono passati i nomi proposti dalla maggioranza e a bocca asciutta è rimasta la minoranza interna che aveva proposto il nome di Ferruccio De Bortoli, ex direttore del Corriere. Il clima nel Pd è insomma sempre lo stesso: «La minoranza del partito è ormai abituata ad esercitare veti. Si è presentata con un nome secco», ha detto Matteo Orfini, «e quello di De Bortoli è un nome autorevole ma è curioso che sia venuto dalla minoranza Pd».

Orfini è d'altronde può dirsi contento così, anche perché è della sua area, già vicina alla fondazione di Massimo D’Alema, Italianieuropei,
Rita Borioni, che su Twitter si descrive come «portatrice d'acqua con le orecchie. Precaria». Borioni è una professoressa a contratto di Legislazione dei beni culturali all’Università della Calabria. Per anni è stata collaboratrice parlamentare dei Ds e poi era nello staff di Orfini, ai tempi della segreteria Bersani.
 
Franco Siddi è l’altro eletto dal Pd. Cagliaritano, giornalista, ha lavorato all'Unione Sarda e alla Nuova Sardegna. Per sette anni è stato segretario della Fnsi, .

Più propriamente renziano è infine Guelfo Guelfi già animatore delle Leopolde, spin doctor dello stesso Renzi e di Enrico Rossi, tant’è che Guelfi sarebbe dovuto diventare il responsabile della comunicazione della Regione Toscana nel 2010, nomina poi saltata per ragioni di bilancio.

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