Ora il “Dieselgate“, lo scandalo delle emissioni truccate delle Volkswagen in America, varca l'Oceano e si diffonde come una pesta nera in Europa. Lo stesso Alexander Dobrindt, il ministro dei Trasporti tedesco, ha annunciato la ferale notizia. “La VW“, ha detto imbarazzato il ministro della Merkel“ha manipolato i test anche sul Vecchio Continente“. Ed è chiaro, ha aggiunto il ministro della baverese Csu, “che faremo test anche sui motori di altre marche“.
Dal gigantesco gruppo Vw dunque ( 103 impianti e 600mila dipendenti sparsi in 31 Paesi) lo scandalo delle emissioni truccate rimbalza anche a Monaco, alla centrale della Bmw. È bastato un articolo su “Bild“ a diffondere i primi sospetti in particolare sul modello X3Drive, una Suv della prestigiosa casa bavarese (il cui titolo ha perso così per strada, in una sola giornata, il 6 per cento del suo valore).
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E mentre a Torino la procura apre le indagini per il reato di disastro ambientale sui vertici di Volkswagen Italia, in Spagna - si legge su “El Pais“ - pende sulla Seat, il marchio spagnolo della Vw, l'accusa d'aver sfornato dal 2009 mezzo milione di diesel truccati. Quali possono essere le conseguenze di queste notizie non solo per il futuro della Vw, ma dell'intera industria automobilistica tedesca? Lo abbiamo chiesto a Ferdinand Dudenhöffer, uno dei maggiori esperti di quattruoruote in Germania, docente di economia a Duisburg e direttore del Car, il Center Automotive Research di Duisburg-Essen.
Partiamo da Wolfsburg, la centrale della Vw: cosa significa questo scandalo delle emissioni per il primo gruppo automobilistico d'Europa?
“Sia per Audi che in particolare per Volkswagen questo scandalo rappresenta un vero terremoto, un sisma che a mio modo di vedere è appena iniziato e di cui ancora non possiamo stimare tutte le pericolose conseguenze, a cominciare dalla entità delle sanzioni americane che potrebbero rivelarsi davvero ingenti anche per la Vw“.
Non le sembra di esagerare?
“No, nel peggiore dei casi infatti le autorità americane possono arrivare a comminare al gruppo Volkswagen sanzioni sino ai 50 miliardi di euro per i gravi reati ambientali e la macroscopica frode commessa. E queste sanzioni sono solo il primo risvolto, e neanche il più negativo, del terremoto che si sta abbattendo sulla centrale di Wolfsburg“.
Quali sono le altre e più dannose scosse che vede abbattersi sulla Volkswagen?
“La prima è ovviamente il fatto che, dopo una eclatante frode di tali dimensioni, le vendite almeno dei diesel Vw tenderanno nei prossimi mesi a scendere. Sappiamo poi che sinora negli Usa il marchio Vw non è che brillasse: ebbene, dopo il Dieselgate per i prossimi 5 anni gli affari della Vw negli States non rifioriranno di certo. Oltre che per i clienti frodati, mi dispiace per gli operai americani della Vw che pagheranno amaramente le conseguenze di decisioni criminali di alcuni manager del gruppo Vw".
Martin Winterkorn, dal 2007 al volante della Vw, ha intanto rassegnato le dimissioni. Basterà il suo harakiri a salvare la reputazione del gruppo?
“No, uno scandalo del genere incrinerà e non poco la reputazione del gruppo Vw e dell'intera industria automobilistica tedesca per i prossimi tre, quattro anni, se tutto va bene. A condizione cioè che ora a Wolfsburg riescano velocemente ad impiantare tutta un'altra cultura aziendale rispetto a quella disastrosa seguita durante la gestione Winterkorn“.
Sta dicendo che è tutta colpa del solo Winterkorn se è scoppiato uno scandalo del genere?
“Sto dicendo che Martin Winterkorn e il suo ex mentore Ferdinand Piech erano entrambi invasati dalla malsana idea di superare Toyota e spuntare così il primato mondiale. Ironia della sorte, il semestre scorso ce l'hanno fatta a coronare la loro sfrenata ambizione, ma ora scopriamo anche con quali sporchi mezzi. Due manager molto autoritari, ottimi nel soggiogare i loro sottoposti e spinti da un agghiacciante delirio di onnipotenza. Winterkorn ha creduto sul serio di poter produrre ogni auto e motore ed inglobareogni marchio , da Lamborghini alle Bentley, dalle Ducati alle Porsche ogni marchio. Tanta hubris ha un prezzo e conseguenze catastrofiche anche nell'industria automobilistica del 21° secolo“
Che terapia consiglia ai manager di Wolfsburg per guarire il gruppo Vw dai 'deliri' dell'era Winterkorn?
“Il primo passo è stato fatto: scacciare l'ex-Ad via da Wolfsburg. Il secondo è necessariamente eleggere ora un presidente del Consiglio di sorveglianza che sia un tecnico esterno ai manager e al sistema dell'era Winterkorn. Ripeto, senza una nuova cultura aziendale la Vw non si riprenderà mai da questa profonda crisi“
Ha un'idea di chi sia questo top manager alla guida del Consiglio ed è sicuro che basterà un 'tecnico' per rimettere Vw in carreggiata?
“Alla Siemens almeno hanno risolto così, con un manager esterno, la loro crisi dopo gli scandali delle tangenti che hanno travolto il gruppo di Monaco. Secondo me l'uomo ideale per rilanciare ora la Vw sarebbe Wolfgang Reitzle, l'ex-manager alla Bmw poi Ad della Linde. Peccato che abbia già detto di no alla Vw; ma forse ora, dopo uno scandalo del genere, ci penserà la Merkel in persona a pregarlo di ripensarci e dirigere il Board della Vw, il fulcro dell'industria tedesca“.
Già, quale sarà intanto l'impatto del Dieselgate sulle altre auto made in Germany?
“Per la nostre auto il Dieselgate è un frontale che rovina e danneggia seriamente l'Immagine di grande efficienza ed affidabilità di cui sinora hanno goduto le esportazioni della nostra attività industriale. I tedeschi lavorano, non rubano; e soprattutto non producono motori truccati. Ecco, ora invece sappiamo che certi manager tedeschi non rispettano le regole e vendono i loro prodotti sfruttando strategie ed energie criminali. Un comportamento ripeto che costerà assai caro non solo alla Vw , e non solo negli Usa“.
In Asia il gruppo Vw sinora ha una fetta del 40 per cento del mercato. In tutto il mondo le case tedesche coprono il 40 per cento del cosiddetto settore 'premium'. Dopo il Dieselgate le tedesche se le scorderanno queste incredibili prestazioni?
“L'Asia e in particolare la Cina agiscono e reagiscono alle crisi seguendo criteri molto particolari. Se il governo a Pechino decide ora di testare per proprio conto i diesel della Vw, il gruppo di Wolfsburg perderà all'istante il dominio sul mercato cinese. Ed oggi per la Vw ed Audi dover ridiscendere dal trono conquistato in Cina è perdere un bel pezzo di potere, e di sicuro per i prossimi anni il predominio mondiale“.
Toyota quindi sarà di nuovo l'incontrastato numero uno
“Certo, Toyota riacquisterà nei prossimi mesi il primo posto al mondo. D'altra parte sul vecchio Continente una crisi che si prospetta lunga a Wolfsburg comporterà per forza di cose anche per le Opel riacquistare sempre più forza e fette di mercato in Europa“.
Quindi anche per Fiat?
“Marchionne è un genio della sopravvivenza e ce l'ha fatta a traghettare Fiat-Chrysler oltre le strette della crisi finanzaria. Ed è sicuro che l'attuale crisi alla Vw comporterà anche per i motori e modelli della Fiat una grande opportunità“.